Chiudo gli occhi e ascolto: suoni, voci, profumi. Mi sforzo di fantasia per ricreare quello che non vedo e tutto diventa una sinfonia perfetta.Note colorate, profumate. Volti, sorrisi, ricordi. Vivo di fantasia per amore e per lavoro, oggi un po' più per amore. Mi ci rifugio nella mia fantasia quando la realtà è troppo pesante da sopportare.Richiudo gli occhi e sento lo stesso profumo di prima. Qui la fantasia non serve, so esattamente cos'è. È Alaïa Paris. Un accordo fresco e sorprendente evapora intorno a me.
"Non è un profumo, è un'eau de parfum. [..] Profumarsi è come rinfrescarsi, un gesto naturale" dice Monsieur Alaïa. Non è un profumo, è vero. È un incontro inaspettato con una giovane donna, Marie Salamagne. Entusiasta e combattiva trova la formula che rispecchia il brief di Monsieur Alaïa (l'odore dell'acqua fredda sulla calce bollente) : note fresche, acquatiche, minerali.
Il flacone, dalla forma compatta e insolita, è opera di Martin Szekely. A metà strada tra un meteorite e un sasso levigato, è di vetro nero traslucido in contrasto con il tappo, una bobina di filo d'oro in metallo lavorato e oro rosa.
Spruzzo due gocce sul polso, richiudo gli occhi.