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Trama: il malvagio conte Alan costringe un poco di buono a rimanere prigioniero nel suo maniero e a sposare la candida nipote. I motivi del gesto, apparentemente imperscrutabili, sono da ricercare nel passato del conte…
Alan, il conte nero è uno degli horror minori in bianco e nero prodotti dalla Universal ma è più un melodramma in costume con sfumature gotiche che un horror tout court. Durante la visione, infatti, si possono ritrovare facilmente i temi e i cliché del romanzo gotico settecentesco, come la presenza di un eroe negativo e tormentato, di una vergine oppressa dalle violenze psicologiche del malvagio, di passaggi segreti che conducono a misteri sepolti, di persone che non sono quello che sembrano, ecc. ecc. Ho parlato di “sfumature” gotiche perché la vicenda ruota principalmente su matrimoni, storie d’amore e sulla solita damsel in distress che è finita nelle grinfie del villain di turno perché è rimasta orfana (un po’ come accadeva anche in Candy Candy o Lovely Sara, tra l’altro…), quindi l’atmosfera horror risulta molto più all’acqua di rose rispetto ad altri film simili e si riduce ad un paio di delitti all’arma bianca, a qualche urlo misterioso, alla blanda follia del Conte del titolo… e ovviamente alla presenza di Boris Karloff, che poi è il motivo che mi ha spinta a vedere Alan, il conte nero.
Il vecchio Boris interpreta Voltan (che tutte le volte mi veniva da chiamare Zoltan. Oh, chi era Zoltan??), l’ambiguo servo del castello che si rivelerà la chiave fondamentale per svelarne i segreti, un ruolo che non gli rende giustizia perché lo relega ad essere una spalla troppo spesso messa da parte per seguire le vicende dei due sciapi protagonisti. Lui comunque porta a casa un’interpretazione dignitosa, cosa che non accade invece per Charles Laughton, il Conte Alan in persona. Ora, nella mia Crassa ignoranza non avevo mai visto un film interpretato dal famosissimo attore inglese, forse giusto Spartacus o Gli ammutinati del Bounty da piccola ma chi se li ricorda, e devo dire che ci sono rimasta malissimo. Probabilmente è il personaggio che lo richiede ma Laughton si profonde in un’interpretazione terribile, caricaturale, dove la follia scompare davanti ad un ciccione vanesio, logorroico e abbulicciato. Yeew. Mi rendo conto che forse la sua carriera era alle ultime battute ma Sir Laughton non ci fa proprio una bella figura. E in generale anche Alan, il conte nero non è un film abbastanza curioso o seminale da meritare di essere consigliato, nemmeno a chi adora Boris Karloff.
Joseph Pevney è il regista della pellicola. Americano, ha diretto L’uomo dai mille volti ed episodi delle serie Vita da strega, Missione impossibile, Star Trek, Bonanza, Fantasilandia e L’incredibile Hulk. Anche attore e produttore, è morto nel 2008 all’età di 96 anni.
Charles Laughton interpreta Alain De Maletroit. Inglese, lo ricordo per film come L’isola delle anime perdute, Le sei mogli di Enrico VIII (per il quale ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista), Gli ammutinati del Bounty, Notre Dame, Lo spettro di Canterville, Capitan Kidd, Testimone d’accusa e Spartacus. Anche sceneggiatore, produttore e regista, è morto nel 1962 all’età di 63 anni.
Boris Karloff (vero nome William Henry Pratt) interpreta Voltan. Inglese, una delle icone horror per eccellenza, lo ricordo per film come Frankenstein, La mummia, La moglie di Frankenstein, Il figlio di Frankenstein, La iena, Manicomio, I maghi del terrore, La vergine di cera, I tre volti della paura e Il clan del terrore. E’ morto nel 1969 all’età di 81 anni.
Tra gli altri attori segnalo la presenza di Alan Napier, ovvero l’Alfred della storica e campissima serie Batman, nei panni del Conte Grassin. Non essendo molto esperta di questo genere di film gotici non saprei davvero cosa consigliarvi di guardare nel caso vi fosse piaciuto Alan, il conte nero, quindi dico solo.. ENJOY!
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