Moore ha sottolineato di non avere problemi con la pellicola diretta da Brett Ratner, ma piuttosto con il modo in cui i Radical Studios, la Paramount e la MGM, che hanno prodotto il progetto, hanno trattato Steve Moore, lo sceneggiatore del graphic novel, scomparso recentemente.
Steve aveva avuto non pochi problemi nel realizzare il fumetto, e ci sono stati dei compromessi che all’inizio gli era stato assicurato non avrebbe dovuto fare, tra cui il fatto che non avrebbe preso soldi dal film con la sola consolazione che il suo nome non sarebbe stato inserito nella pellicola.
Nell’intervista, Alan Moore sostiene che, a differenza di quanto concordato, il nome di Steve Moore ha iniziato a comparire nel materiale promozionale della pellicola subito dopo la sua morte, avvenuta lo scorso marzo.
In questo momento dovrei guardare il mio thesaurus per vedere se ci sono parole diverse oltre ‘vile’, che potrei usare in questo momento – ha rincarato Moore – e anche per la bassa stima che ho per l’industria del fumetto, si è raggiunto un nuovo livello minimo. Vorrei quindi chiedere a chiunque là fuori, a cui non frega niente di Steve Moore o della sua eredità, di non andare a vedere questo miserabile film. E’ l’ultima cosa che Steve avrebbe voluto…
Interpellata in proposito, la MGM, tramite un portavoce, ha risposto sostenendo che la major ha ricevuto in licenza i diritti cinematografici dai Radical Studios e di avere adempiuto a tutti gli obblighi contrattuali, aggiungendo che “Steve Moore era una leggenda del mondo del fumetto, che noi tutti ammiriamo”.