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Alan moore: su occupy (e su molte altre cose) la penso molto diversamente da frank miller

Creato il 21 dicembre 2011 da Comixfactory

 

ALAN MOORE: SU OCCUPY (E SU MOLTE ALTRE COSE) LA PENSO MOLTO DIVERSAMENTE DA FRANK MILLER

alcuni manifestanti del movimento Occupy Wall Street


Negli scorsi giorni hanno destato molto scalpore alcune dichiarazioni di Frank Miller che, assorbito dalla sua crociata anti Al-Quaeda, si è scagliato apertamente contro il movimento Occupy Wall Street (ve ne ho parlato QUI). Contro le parole dell'artista newyorkese si sono levate le voci di molti autori di fumetti statunitensi e non, ma le parole che mi son sembrate più interessanti sono quelle pronunciate a Alan Moore nel corso di una lunga intervista rilasciata al sito The Honest (intervista che trovate QUI,QUI e QUI).
Frank Miller e Alan Moore, oltre ad essere due degli esponenti più importanti della storia del fumetto statunitense, mi sono sempre sembrati su posizioni (artistiche) opposte. Diretto, ruvido e brutale il lavoro svolto dal primo così come mi è sempre sebrato colto, profondo e ricco di sfumature quello compiuto dal sencondo; entrambi però sono sempre stati in grado di parlare al cuore, alla testa e allo stomaco dei lettori. Non a caso forse mentre l'uno di è scagliato verso il movimento degli indignados, l'altro ha involontariamente prestato la sua creatività per fornire un simbolo ai manifestanti (la maschera di Guy Fawkes), Ecco perché, sebbene con ritardo, ho ritenuto indispensabile presentarvi parte di questa intervista.
Rispetto al movimento "Occupy Wall Street" sembra proprio che tu e Frank Miller abbiate idee radicalmente diverse. Ti sembra corretto se affermassi che lui è contrario al movimento mentre tu sei favorevole? 
Bene, negli ultimi venti anni ho seguito solo distrattamente il lavoro di Frank Miller. Penso che tutte le serie di Sin City siano pregne di una irriducibile misogenia, che 300 sia antistorica, omofobica e totalmente inesatta. Credo di aver nutrito una serie di sgradevoli sensazioni nei confronti del lavoro di Frank Miller per molto tempo. Dal momento che non devo nulla all'industria del fumetto, non devo nulla neanche alle persone che ne fanno parte. Ho sentito delle sue ultime dichiarazioni verso questo movimento. 


E' quello che mi aspettavo da lui. 


Ho sempre avuto la sensazione che la maggior parte delle persone che lavorano nei fumetti, ammesso che si senta la necessità di collocarle politicamente, siano di centro-destra. Io non sono mai stato di nessun colore, non so nemmeno se sono di centro-sinistra. All'inizio della mia carriera sarei stato più bravo a parlare di tutto ciò. 


Insomma, credo che tutto sommato sarebbe giusto affermare che con Frank Miller avremo punti di vista diametralmente opposti su molte cose, sicuramente sul movimento Occupy. Dal mio punto di vista, il movimento è semplicemente costituito da persone comuni che reclamano per diritti che gli sono sempre appartenuti. Non riesco a immaginare nessuna altra ragione per la quale una intera popolazione dovrebbe mettersi in attesa mentre il proprio tenore di vita, e quello dei loro figli e forse anche delle prossime generazioni, si abbassa sempre più mentre le persone che hanno creato queste condizioni sono ben lontane dal soffrire le stesse conseguenze; persone che di certo non sono state punite in nessun modo perché sono troppo importanti per fallire. 


Credo che il movimento sia, in un certo senso, un modo per la gente di affermare che spetterebbe a loro decidere chi sia troppo grande per fallire. E' un giustificabilissimo richiamo alla moralità e mi sembra che lo si stia maneggiando in una maniera molto intelligente, e non violenta, e questa è con tutta probabilità un'altra ragione per cui Frank Miller ne sia infastidito. Sono più che convinto che se si fosse trattato di un mucchio di giovani vigilantes sociopatici e con le facce truccate da batman, lui sarebbe stato più che favorevole. Credo che su questo punto di vista potremmo assolutamente essere d'accordo nel dichiararci diversi. 
Cosa credi che sarebbe necessario cambiare in questo sistema politico? Tutto. 
Credo che ci sia bisogno di una soluzione radicale, e intendo dire a partire dalle radici fino a alla cima. Tutte le ideologie politiche sembrano basarsi su precetti medievali. Queste cose già non funzionavano particolarmente bene cinque o seicento anni fa. Le loro forme leggermente modificate non sono adeguate ai rapidissimi cambiamenti che stanno caratterizzando il 21esimo secolo. Dobbiamo mitigare la nostra ossessione per il danaro, dobbiamo correggere la nostra opinione riguardo chi sta conducendo lo spettacolo. 


In qualità di anarchico, sono convinto che il potere dovrebbe essere dato alla gente, a quella gente le cui esistenze sono attualmente coinvolte. Non è più sufficiente avere un gruppo di persone che controllano tutto. L'unica ragione per cui essi hanno il potere è perché controllano il danaro. Non hanno alcuna autorità morale, anzi, rappresentano l'opposto dell'autorità morale. 


Nel sesto numero di Dodgem Logic, ho scritto un articolo nella quale provavo a immaginare tutti i possibili modi per trasformare in meglio la nostra società. Non sto dicendo che ognuno di quei modi fosse necessariamente praticabile ma è importante almeno pensare a queste cose. Con tutta probabilità è più importante che lo si faccia adesso più di quanto lo sia stato fatto in passato. Non abbiamo una quantità infinita di tempo per fare le cose giuste. 


 E' evidente che non abbiamo una quantità di tempo infinita a nostra disposizione, mentre noi stiamo affrontando la possibilità di una apocalisse economica, e potenzialmente di una apocalisse ambientale, i nostri politici sembrano accartocciarsi in una spirale distruttiva fatta di provvedimenti sempre uguali dai quali non sembrano saper sottrarsi perché non sanno cos'altro fare. Credo che finché i nostri leaders continuano a non capire come affrontare i problemi a noi davvero non resta alcuna scelta se non quella di tentare di impossessarci del timone. Se loro hanno deciso di correre verso il burrone con il piede premuto sul pedale dell'acceleratore, a noi non rimane nessuna altra scelta. Farlo adesso, durante questa generazione, perché non sappiamo quante altre ancora ce ne saranno. 
Il problema economico è strano... 
 L'economia è sempre strana. Non stai parlando di nulla che sia devvero reale. Nel fare delle ricerche che mi servivano per scrivere un capitolo di Jerusalem, ho letto un paio di libri di economia per cercare di farmi un'idea riguardo i fatti della situazione che dovevo raccontare. Sono rimasto sbalordito quando ho scoperto il valore dei bonds derivati, nel 2008. Ci sono bonds che traggono valore da se stessi e che solo originariamente erano collegati a qualcosa di reale, ci sono fondi che traggono valore dalla vendita di un gregge di pecore, un gregge che potrebbe non essere venduto e per questo motivo guadagnare ancora più valore. 


Il valore stimato di tutti i titoli derivativi scambiati al mondo è nell'ordine dei sessanta milioni di miliardi. Esattamente dieci volte il valore del prodotto economico dell'intero pianeta. Questo significa che il gap tra il mondo produttivo e quello delle banche è di circa 54 milioni di milardi. Il che mi sempre il punto più profondo del buco nel quale siamo precipitati.Qualcosa dovrà essere fatto riguardo l'economia. 


Vorrei suggerire di decapitare i banchieri, ma per quanto potrebbe essere una soluzione soddisfacente potrebbe non essere con tutta probabilità altrettanto sufficiente ad alterare la situazione. Decapitare il capitale. Cambiare il capitale, perché no? Servirebbe a depotenziare tutte quelle persone che hanno accumulato quel tipo di valore e, così facendo, hanno depotenziato noi, il restante 99%.

ALAN MOORE: SU OCCUPY (E SU MOLTE ALTRE COSE) LA PENSO MOLTO DIVERSAMENTE DA FRANK MILLER

Alan Moore


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