Alan Turing, assoluzione reale postuma della regina Elisabetta

Creato il 26 dicembre 2013 da Webnewsman @lenews1
Pubblicato da Krizia Ribotta

Alan Turing, assoluzione reale postuma della regina Elisabetta

Alan Turing, lo scienziato britannico che decifrò il codice Enigma e, di conseguenza, le trasmissioni naziste, durante la seconda guerra mondiale contribuì in modo decisivo alla vittoria degli alleati. Il calcolatore che riuscì a mettere a punto, infatti, accelerò di gran lunga la decriptazione di quello che era ritenuta dal movimento fascista un simbolo dell’orgoglio dell’ingegno tedesco.

Così dovrebbe essere ricordato ancora oggi Turing, invece il suo nome è stato infamato a lungo nel corso di questi sessant’anni, per via del suo orientamento sessuale. L’uomo, infatti, non nascose mai la sua omosessualità, e per questo venne condannato, nel 1952, per condotta indecente. Fu sottoposto ad un’ossessiva e intrusiva sorveglianza da parte delle forze dell’ordine e, per non finire in carcere, fu costretto ad iniziare una cura ormonale per correggere quello che, a quei tempi, il Regno Unito considerava un crimine a tutti gli effetti. E gli fu impresso un marchio molto pesante, la castrazione chimica.

Un’azione folle, che le generazioni di oggi e quelle future difficilmente possono comprendere appieno, come sottolineato dal professor S. Barry Cooper, matematico dell’Università di Leeds e studioso del lavoro di Turing: “Prendete uno dei vostri più grandi scienziati e invadete il suo corpo con gli ormoni. Un fallimento di portata nazionale”.

Nel 1954, Turing morì per avvelenamento, in seguito al morso di una mela intrisa di cianuro. Suicidio o assassinio di Stato? Entrambi, se si considera il fatto che lo scienziato si tolse la vita in seguito alle continue pressioni e alle stremanti persecuzioni delle autorità.

Oggi, in seguito anche alla lunga lotta per gli diritti civili degli omosessuali, la Gran Bretagna ha deciso di rivedere il proprio giudizio su Alan Turing, e la Regina Elisabetta gli ha dato l’assoluzione reale.

“Quella sentenza oggi sarebbe considerata discriminatoria e ingiusta”, ribadisce il Ministro della Giustizia Chris Grayling, quasi cercando di porre rimedio a quell’enorme sbaglio compiuto più di mezzo secolo fa. Ma le parole non bastano, gli elogi alla persona di Turing suonano retorici e, come sottolineano gli attivisti, sono circa 50mila gli omosessuali che sono stati erroneamente condannati e che meritano di beneficiare della clemenza, anche se postuma.

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