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Alaska di Claudio Cupellini: la recensione

Creato il 05 novembre 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

alaska-trailer-e-poster-del-film-con-elio-germano-2Eccessivo e, forse, poco credibile, ma viscerale

Un amore tormentato, caratterizzato da eccessi e rallentamenti. Un’altalena di emozioni che dimostra le capacità registiche di Cupellini e l’intensità recitativa di Elio Germano.

Fausto fa il cameriere in un lussuoso hotel di Parigi, mentre Nadine è un’aspirante modella. I due si incontrano ed è amore al primo sguardo. Tuttavia Fausto, nel tentativo di difendere Nadine, finisce in carcere e ci rimane due anni. Durante questi due anni Nadine diventa un’importante modella e ha casa a Milano. Fausto esce di prigione e segue Nadine a Milano, dove si guadagna da vivere con qualche lavoretto; l’occasione però è dietro l’angolo e si chiama Alaska, una discoteca nella quale Fausto investe tutti i risparmi di Nadine.

Pellicola priva di mezze misure, Alaska mette in mostra pregi e difetti. Infatti il dramma amoroso e sociale di Cupellini convince nella sua evoluzione caotica e imprevedibile, nel suo svolgimento incapace di frenare e riflettere, ma proprio questa sua tendenza ad accelerare costantemente evidenzia la sua ridondanza a tratti poco credibile. Alaska racconta la storia d’amore di un giovane italiano, che va in Francia a cercare fortuna e che reagisce alla vita in modo sconsiderato, e di un’aspirante modella francese molto fragile. E il racconto di per sé appare un lungo e snodato viaggio fatto di incontri e smarrimenti, di alti e bassi; un amore lungo (il film si sviluppa sull’arco di cinque anni), travagliato, sofferente e mai domo. Cupellini è in grado di dosare le energie, di maneggiare l’eccesso con stile, ma, come già anticipato, si respira un’atmosfera ridondante, che ammassa eventi e cause-effetto in modo incontrollabile. Per questo motivo Alaska non appare come un prodotto pienamente riuscito, soffocato nel sangue, nella violenza e nelle botte. Un circolo vizioso che trova la sua ideale conclusione dopo aver realizzato un giro largo e tortuoso.

Presentato alla decima Festa del Cinema di Roma, Alaska è una montagna russa di emozioni, di scalate sociali e di perdizioni animalesche. Un film che mette in mostra la bravura di Cupellini nel maneggiare la materia filmica (sporca e dolorosa), passando da una mozzafiato terrazza parigina alla vita notturna milanese.

Esasperato dramma che evidenzia due caratteri spigolosi alla disperata (soprattutto lui) ricerca dell’affermazione sociale (che passa attraverso soldi e successo), Alaska è una staffetta emotiva che moltiplica gli eventi e avvicina e allontana costantemente i due protagonisti. Una perenne sfida tra il grande amore e le “seduzioni” della vita, che ti costringono a fare la scelta sbagliata o il gesto sbagliato. Alaska è un film senza mezze misure, che però non disdegna l’agrodolce svolta narrativa, che non sazia ma perlomeno appaga.

Uscita al cinema: 5 novembre 2015

Voto: ***


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