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Alba Gnazi – Inediti

Creato il 28 gennaio 2014 da Wsf

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(Quando hai tempo, Luna.

Quando hai tempo.)

MoonTooSoon

Succhiarti, se possibile
le labbra immobili sotto
il guizzo dell’oscuro che t’annaspa
Succhiarti a sangue, a pelle, disossarti
Io vorrei
Puttana dolente Luna
Sganciarmi dall’aria e incementarmi in te
Svibrare all’unisono con
gl’ inverni di carne, e densi,
e blu
che serri tra le cosce
come un dio che non s’accosta eppure
preme
E tramandare oscenità di bocca in astro,
ridendo:
Che poi, forse
basterebbe solo un bacio o
Succhiarti, Luna,
davanti alle tue stelle
per vedere se la polvere
si bagna anche di me.

*

Moonlight, e non a caso

Non ho voglia di baciarti, stasera
Stasera che mi guardi e
Appassisci
Tra i rossori che a veli sfoglio, immaginando
di essere te, o un cane,
un lampo sui fossi,
un Altrove
da concimare a grani e quiete,
fin dove il tuo alito
educa al silenzio.
Moonlight, dal tuo pozzo m’osservi e
di me ridi, provvida
d’inchini e sberleffi, poi
Zittisci,
più alba del sole quando scade,
sontuosa
tra i triclini del mare.
Non necessita d’inviti la Regina.

*

SnowMoon

Perderti, apparendo e sparendo
dove gl’intervalli della nebbia
sponda fanno
alle lampare,  sull’acqua che miagola
sciabordii nel vespro.
Ricordo l’istinto della malta a piovigginare
tra i dossi dove le mani non arrivano,
il mio sforzo di nascondermi
in un bruciapelo di labbra e euforia :
i tuoi occhi attendevano Penitenza, e secchi
inchiodavano pietre, e bestemmie, e
poesie: fossero state
lacrime, SnowMoon,
avrei bucato di gioia i miei capelli
incantandoti ancora, ma
adesso no, non più:
Ed è perderti e perderti ancora
sopra danze burlesque e cospirazioni di meraviglia,
Infanzie come soffioni
tra notti a perdigola,
dove tu non finisci
e il blu mantieni, ché forse
verrà un diverso Ancora
a innamorarmi di te.

(Vediamo stanotte

dove mi porterai a sognare)

 Who I am
Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.

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