VERDETTI – 26 Maggio 2010. Dopo un’annata più che difficile, lo Skenderbeu, sul neutro del Ruzhdi Bizhuta di Elbasan, sconfigge uno a zero il Kamza, conquistando così la salvezza. Quattro anni più tardi, la squadra della città di Korçe è sul tetto d’Albania per la quarta volta consecutiva. Se qualcuno avesse provato a dirlo quel 26 Maggio, sarebbe sicuramente passato per matto. Anzi, sarebbe stato accompagnato d’urgenza all’ospedale psichiatrico più vicino. Ma quel che era soltanto un miraggio quattro anni fa per i tifosi dello Skenderbeu, ora è pura realtà. Un solo titolo d’Albania nel lontano 1933 fino a quel fatidico 2010, l’anno della svolta. Da lì in avanti solo successi, un vero e proprio exploit. Quattro titoli in quattro anni, con le grandi storiche d’Albania (come Tirana, Partizani, Dinamo e Vllaznia) costrette ad arrendersi al cospetto della nuova corazzata del campionato albanese. Della squadra di quel 26 Maggio c’è solo l’allenatore Mirel Josa, che dopo alcune esperienze è tornato nella città delle serenate due anni fa. Pazienza, a Korçe non ne hanno di certo sentito la mancanza.
http://www.tuttocalcioestero.it/wp-content/uploads/2014/05/Skenderbeu-Kampion.mp4SKENDERBEU, UN PO’ DI STORIA – Il Klubi Futbollistik Skenderbeu Korçe nasce nel 1925, dalle ceneri di quella che dal 1909 era stata la squadra della città di Korçe ( 52.000 abitanti a sud-est dell’Albania), il Vllazeria (in italiano “fratellanza”). Ma proprio con l’avvento dello Skenderbeu che il calcio comincia a diventare molto popolare nel sud-est albanese. Nel corso del primo campionato, datato 1930, tutta la città segue in massa e costantemente la squadra, che si piazza al secondo posto in classifica alle spalle del KF Tirana. Il primo storico titolo comunque non tarda ad arrivare. Nel 1933, infatti, la squadra allora allenata da Qemal Omari chiude il campionato in testa alla classifica, con due punti di vantaggio sul Vllaznia. Dodici punti, migliori attacco e miglior difesa. Come, dodici punti? Sì, perché allora il campionato albanese era composto soltanto da cinque squadre (Tirana, Vllaznia, Besa, Teuta e lo stesso Skenderbeu). Tra tutta la rosa si distingue Servet Teufik Agaj, attaccante di chiare origini turche si laurea capocannoniere grazie alle sue sette reti messe a segno. Sembra l’inizio di una storia gloriosa ma non sarà così: dopo aver sfiorato il bis l’anno successivo, infatti, lo Skenderbeu entra in un buco nero.
Da quel 1933 la città di Korçe tornerà a festeggiare un trofeo – se così possiamo definirlo – soltanto nel 1975, quando i beniamini di casa vinceranno la serie B albanese. L’incubo però non è ancora finito. Quattro altre retrocessioni aspettano ancora lo Skenderbeu, fino ad arrivare a quel fatidico 26 Maggio 2010. Da lì in poi solo trionfi, con l’unica pecca della coppa d’Albania. L’unico trofeo mancatante nella bacheca del presidente Ardjan Takaj.
GLI ALTRI VERDETTI - Due anni di Superliga e due secondi posti. Niente male davvero. Il Kukesi è a tutti gli effetti una delle big d’Albania in questo momento. La squadra del presidente Gjici cercherà anche quest’anno di scrivere la storia, provando ad entrare nella fase a gironi dell’Europa League, dopo averla sfiorata un’anno fa, quando fu eliminata soltanto ai playoff dal Trabzonspor. Con due elementi in più rispetto allo scorso anno, che fanno presagire che potrebbe essere davvero l’anno giusto:
1) Rosa molto più forte. Due nomi su tutti, Pierre Boya e Sokol Cikalleshi. Se i due continueranno la propria avventura con i vice-campioni d’Albania, Sulejman Starova avrà a disposizioni due di quei giocatori che, a questi livelli, riescono a vincere partite da soli.
2) Coefficiente Uefa migliorato (grazie alla cavalcata dello scorso anno) che permetterà, almeno nel primo turno, di evitare “corazzatte” come Rosenborg, Litex Lovech, Goteborg e Shakther Karagandy.
A far compagnia al Kukesi nei preliminari di Europa League ci saranno Laçi e Flamurtari. I bianco-neri prenderanno parte per la seconda volta consecutiva all’Europa League, vogliosi di riscattare l’eliminazione a sorpresa rimediata lo scorso anno contro i modestri lussemburghesi del Diffendarge al primo turno. Per farlo però, bisognerà obbligatoriamente rafforzare la rosa e trattenere a tutti i costi il gioiello della squadra, Erjon Vucaj, di cui parleremo più avanti. Il Flamurtari invece, ha raggiunto il traguardo Europa League seguendo un’altra strada, ovvero, quella della coppa d’Albania. La squadra della città di Valona, infatti, si è aggiudicata la quarta coppa nazionale della sua storia, vincendo uno a zero contro il Kukesi, nella finale del diciotto Maggio a Tirana. Un trionfo dal sapore europeo che fa sorridere due volte squadra, allenatore e società. Potrebbe essere il ritorno di un’era vittoriosa per il Flamurtari, visto anche che molto probabilmente investitori turchi prenderanno il controllo della squadra, con tanti progetti in mente: nuovo stadio, nuovi acquisti e tanti trionfi. In riva all’Adriatico non aspettano altro. Quelli che invece non possono sorridere sono Besa Kavaje, Kastrioti Kruje, Lushnja e Bylis Ballsh, le retrocesse della Superliga 2013/2014, che lasciano il posto ad Elbasani ed Apolonia Fier che andranno a completare la lista delle dieci squadre della Superliga 2014/2015. Campionato, quello dell’anno prossimo, suddiviso in quattro fasi per le trentasei giornate finali.
BYLIS-LACI PAGINA TRISTE PER IL CALCIO ALBANESE – Il 16 Marzo Ballsh, diventa lo sfondo di uno dei più brutti momenti della storia del calcio albanese. Protagonista assoluto di tutto questo, il presidente del Bylis Ballsh Besnik Kapllanaj. I primi segnali di quel che non sarebbe stato un normale e semplice pomeriggio di calcio arrivano già dal prepartita: proprio Kapllanaj “taglia” la corrente elettrica nella zona dello stadio “Adush Muça” non permettendo così all’emittente televisiva “Super Sport” di trasmettere la partita. Per la serie, quel che succede all’Adush Muça rimane nell’Adush Muça, visto anche che la partita si disputava a porte chiuse. Il risultato – poi passato completamente in secondo piano – a fine partita dice zero a zero, con Erjon Vucaj che all’ultimo minuto sbaglia di proposito un calcio di rigore. “Dovevo sbagliare per forza, altrimenti non saremmo usciti vivi da Ballsh” il terribile commento del trequartista a fine partita come conseguenza di tutte le minacce della società di casa. Come si dice però, al peggio non c’è mai fine. Infatti, a fine partita sempre Besnik Kapllanaj colpisce con una tavoletta di legno Besnik Cela, quarto uomo e supervisore della partita. L’ufficiale di gara viene portato d’urgenza all’ospedale di Fier, dove gli vengono applicati sei punti di sutura. Il pomeriggio di Ballsh non si fa mancare nemmeno la ciliegina sulla torta: a fine partita, l’autobus del Laçi diretto a casa, viene colpito da lanci di pietre da parte di alcuni sostenitori del Bylis che attendevano fuori dello stadio. Tutto ciò non sarebbe potuto rimanere impunito, ed infatti, tre giorni dopo arriva la pronta risposta della federazione albanese con il seguente comunicato:
1) La società “K.F. Bylis Ballsh” per non aver permesso il regolare svolgimento della partita e per aver violato gli articoli 29, 64 e 65.2 del codice sportivo, è esclusa con effetto immediato dal campionato e automaticamente retrocessa di una categoria. Inoltre, riguardo alla partita di sabato, è stata assegnata la vittoria per zero a tre a travolino al Laçi.
2) Il presidente del “K.F. Bylis Ballsh”, Besnik Kapllanaj, a causa della violenza fisica nei confronti degli ufficiali di gara che ha portato gravi conseguenze di salute agli stessi, è per sempre escluso da qualsiasi attività sportiva, come previsto dall’articolo 49.2 del codice sportivo.
Punizione esemplare.
TEUTA-SKENDERBEU 1-1, LA PARTITA DELL’ANNO – Quante emozioni quel 17 Febbraio! Di scena l’unico e vero match-scudetto del campionato, Teuta-Skenderbeu: i padroni di casa, passati da poco sotto la gestione della compagnia svizzera Gea Sport, tentano il colpaccio contro i campioni d’Albania, distanti nove punti in classifica. Il Teuta gioca bene, domina i primi della classe e passa in vantaggio a metà primo tempo con l’ex Chievo Amadou Samb. Sembra tutto fatto, ma al novantaduesimo arriva la clamorosa beffa. Sulla prima vera e unica occasione da gol per lo Skenderbeu, Renato Arapi trova la zampata vincente spegnendo definitivamente le speranze scudetto del Teuta. Tutti a fine partita capirono che a fine stagione avrebbe trionfato ancora lo Skenderbeu. Sarebbe potuta essere la partita della svolta per il Samb e compagni. La svolta c’è stata dopo quei novanta minuti, ma in negativo: causa crisi di risultati, poche settimane dopo l’allenatore Sorrentino (papà di Stefano portiere del Palermo) viene esonerato, la gestione svizzera viene allontanata praticamente dai tifosi. Risultato finale? Quarto posto che non permette alla città di Durazzo di ascoltare l’inno dell’Europa League. Novanta minuti che hanno cambiato volto al campionato. Come si fa a non definirla “partita dell’anno”?
ALLENATORE DELL’ANNO, GUGASH MAGANI – Se il Tirana ha raggiunto un’inesperata salvezza – per quello che si era visto ad inizio stagione – gran parte del merito (se non tutto) va attribuito a Gugash Magani, l’allenatore della squadra capitolina dal primo Dicembre. Non c’è bisogno di giri di parole, per Magani parlano i numeri: da quando ha preso la guida del Tirana, ha totalizzato quaranta punti in venti partite. Nessuno come lui, nemmeno i campioni dello Skenderbeu. Un’ipotetica classifica a partire da quella data darebbe questi verdetti: Tirana 40, Skenderbeu 37, Kukesi 36, Laçi 35, Teuta 34, Flamurtari 31, Partizani Tirana 30, Vllaznia 28. Per il rammarico dei tifosi bianco-blu.
Gugash Magani
Ovviamente il lavoro di Magani è stato facilitato anche dall’operare della società nel mercato di Gennaio. Gli acquisti di Gilberto, Ndikumana, Kahata e Ilion Lika alla fine sono risultati decisivi, ma non come il lavoro del tecnico stesso. Ora potete capire perchè il presidente Basha sta facendo di tutto per trattenere l’allenatore ex Teuta. In pochi riuscirebbero a prendere la guida di una squadra ultima con dieci ultimi e finire il campionato venti giornate al sesto posto a quota cinquanta punti.
GIOCATORE DELL’ANNO, PERO PEJIC –
Trentadue reti in cinquantatre presenze. L’aria di Korçe sembra far davvero bene a Pero Pejic, l’MVP di questa Superliga 2013/2014. Troppo decisivo e troppo importante per i campioni d’Albania, per cui Pejic ha segnato quasi la metà delle reti totali (venti su cinquantadue).Il bomber croato è maturato molto, e sembra essere al top della sua carriera. Ma quel che ha sorpreso di più del numero 22 dello Skenderbeu in questa stagione è la capacità di saper aiutare i compagni anche quando non trovava la via della rete. Non a caso, infatti, la mini-crisi dello Skenderbeu è coincisa con il momento peggiore stagionale di Pejic. Non a caso, appunto.Ora lo aspetta il banco di prova più importante, trascinare lo Skenderbeu più avanti possibile nei preliminari di Champions League. L’anno scorso era andata male (vedi il cartellino rosso contro lo Shakther Karagandy), quest’anno i tifosi dello Skenderbeu sperano di no. Tornando al discorso del giocatore dell’anno, una nota di merito, comunque, va fatta anche ad Amadou Samb, attaccante di proprietà dell’Hellas Verona che ha incantato il Teuta e tutta l’Albania. Con un campionato modesto come quello albanese non ha nulla a che fare, ed infatti molto probabilmente quest’estate tornerà in terra scaligera.
SQUADRA SORPRESA , KF LACI – Dal settimo posto della stagione 2012/2013, al terzo posto della stagione 2013/2014. La sorpresa di quest’annata calcistica in Albania non può che essere la squadra di Stavri Nica. I cinquantaquattro punti sono davvero tanti per una piccola realtà come quella di Laçi, ma guai a dire che si tratta di un fuoco di paglia. I bianco-neri, infatti, già nel corso della passata stagione avevano dimostrato di essere una grande squadra, trionfando addirittura in coppa d’Albania, e garantendosi così l’accesso ai preliminari d’Europa League. Preliminari d’Europa League raggiunti anche quest’anno, ma in maniera diversa, forse la maniera più difficile. Il principale artefice di quest’annata fantastica è stato senza dubbio Erjon Vucaj, il numero dieci che ogni allenatore vorrebbe avere nella propria squadra. Il capitano del Laçi ha messo lo zampino in quasi tutte le reti stagionali della propria squadra: reti, assist e giocate favolose che hanno attirato su di sè l’attenzione di squadre d’oltre confine. A Gennaio si parlava di un interessamento dei polacchi del Corona Kielce, chissà se la trattiva possa andare in porto in questo mercato estivo. Comunque sia, nonostante l’ottima stagione un po’ di rammarico tra i tifosi del Laçi c’è. Quelle quattro sconfitte consecutive sul finire di campionato sono costate molto e rischiavano di far saltare i piani europei. Il tempo per disperarsi però non c’è. Bisogna rimboccarsi le maniche e mettersi sotto a lavorare duro: i preliminari di Europa League sono alle porte!
SQUADRA DELUSIONE, KS LUSHNJA – “Potete scommeterci: saremo la sorpresa di questo campionato” così Fatjon Topi, centrocampista del Lushnja, commentava in un caldo pomeriggio di Agosto l’imminente stagione calcistica. I motivi per credere nelle parole di Topi c’erano eccome. Il Lushnja, infatti, veniva da un campionato dominato nella serie B albanese, concluso al primo posto con ben dieci punti di vantaggio sul Partizani Tirana secondo. Aggiungendo a ciò il calore del pubblico dello stadio “Roza Haxhiu” (sempre tutto esaurito anche in serie B) sarebbe potuto uscire fuori l’identikit perfetto della mina vagante della Superliga 2013/2014. L’inizio stagione ha rispettato le attese: a Lushnja infatti sono cadute prima il Kukesi, poi il Tirana e per finire il Partizani Tirana. Ma da Dicembre in poi i sogni hanno lasciato spazio agli incubi. Stipendi non pagati, mancanza di risultati e società praticamente inesistente, hanno ben presto indirizzato il Lushnja verso gli ultimi posti di classifica. Una vera e propria resa a metà campionato della squadra, inaccettabile per una città che vive di calcio. I tifosi comunquehanno risposto con la stessa moneta: stadio praticamente vuoto da Febbraio in poi. Un tragico epilogo, per quella che poteva essere per davvero la cenerentola del campionato albanese.
I MIGLIORI GIOVANI DEL CAMPIONATO
1 – Amir Rrahmani(Partizani Tirana) Giù il cappello di fronte a questo strepitoso difensore centrale classe ’94. Senza dubbio la nota più positiva del Partizani Tirana in questa stagione. Venticinque presenze e 2172 minuti giocati per l’under 21 albanese, alla prima stagione in Superliga (dopo l’esperienza nel campionato kosovaro). Ma a guardarlo giocare, sembra che Rrahmani giochi da tantissimi anni a questi livelli. Grazie ai suoi 190 cm domina i palloni alti in area di rigore, ma ha comunque una buona agilità che gli permette di anticipare costantemente i propri avversari. Tantissime squadre lo hanno cercato a Gennaio, ma il Partizani ha respinto tutte le offerte al mittente. La sensazione però, che se dovesse arrivare un’offerta importante dall’estero le strade di Rrahmani e Partizani si separeranno presto. Chi lo dovesse prendere farebbe un colpaccio. Questo è poco ma più che sicuro.
Rrahmani in azione con la maglia dell’Albania u21
2 – Kehinde Owoeye(Laçi) Cinquantadue presenze – suddivise tra Tomori Berat, Bylis Ballsh e Laçi – nella massima divisione albanese nonostante abbia solo diciotto anni. Un predestinato. Dopo il caos di Ballsh (di cui lo stesso giocatore dirà che lui e altri compagni di colore venivano trattati malissimo) il talento nigeriano a Gennaio si è trasferito al Laçi. Classico centrocampista africano dotato di dieci polmoni e che non si stancherebbe nemmeno dopo dieci maratone di New York. Può coprire tutti i ruoli del centrocampo: davanti alla difesa, mezz’ala o addirittura esterno di centrocampo. Il risultato è sempre lo stesso. Il Laçi lo ha blindato fino al 2016, consapevole che il futuro è tutto del giovane nigeriano “nato pronto”.
3 – Mevlan Murati (Partizani Tirana) Stesso discorso del suo compagno di squadra Amir Rrahmani, anche se in maniera più ristretta e in un ruolo diverso. Murati, nato in Macedonia ma di chiare origini albanesi, è un terzino destro che però può tranquillamente giocare anche a sinistra. Anzi, vista la sua duttilità e rapidità, in alcune occasioni è stato utilizzato anche da esterno di centrocampo. Grande agilità e grandissime doti atletiche che lo hanno portato a ottime prestazioni. Non a caso è stato inserito, assieme al suo compagno di squadra e di reparto, nei migliori giovani della Superliga 2013/2014.
4 – Vedat Muriqi (Besa Kavaje) Nella nostra lista dei migliori giovani del campionato, non poteva mancare un attacante. Venticinque presenze e cinque reti, tra Teuta(che ne detiene il cartellino) e Besa Kavaje. La punta ventenne però, ha impressionato soprattutto nel Besa, dove ha giocato praticamente sempre da titolare al fianco di Fation Sefa. Manca ancora il cinismo dei grandi centravanti, ma la strada è quella giusta e di tempo c’è nè eccome per migliorare. Da valutare soltanto quale sarà il futuro di Vedat Muriqi: in questi giorni infatti, i turchi dell’Eskisehirspor si sono fatti avanti per assicurarsi il giocatore. Se il giocatore accetterà il trasferimento, il Teuta difficilmente avrà voce in capitolo.
SUPERLIGA, MOVIMENTI DI MERCATO – E’ già tempo di calciomercato. Il campionato si è concluso da poco ma ci sono già i primi trasferimenti ufficiali. Partiamo dagli scatenati campioni d’Albania dello Skenderbeu. L’allenatore Mirel Josa avrà a disposizione alla ripresa degli allenamenti – per il momento – quattro nuovi giocatori: i top player del retrocesso Besa Kavaje, ovvero Bernard Berisha e Fation Sefa, il pallone d’oro del campionato kosovaro, Mentor Zhdrella, e il promettentissimo nigeriano Ovbokha Agboyi. Non è finita qui perchè per i preliminari di Champions League (poi per il futuro si vedrà) Josa potrà usufruire anche di un pezzo da novanta come Kristi Vangjeli, ventottenne terzino ex Chornomorets Odessa e Aris Salonicco con ben trentacinque presenze in nazionale sulle spalle. Un altro “prestito europeo” è quello di Elis Bakaj al Kukesi. Il talentuosissimo centrocampista offensivo albanese – dopo esser “scappato” da Odessa per le vicende ormai notte a tutti – si è allenato per sei mesi con la sua ex squadra , la Dinamo Bucarest. Ora è giunto il momento di tornare in scena, per i preliminari con il Kueksi, per il futuro chissà. La certezza invece si chiama Ditmar Bicaj, l’ormai ex pilastro della difesa dello Skenderbeu. Bicaj al Kukesi ritroverà il suo compagno di sempre, Renato Malota. I due sono cresciuti insieme – essendo nati nella stessa città (Lezhe) – e si sono fatti compagnia per tutta la trafili delle nazionali giovanili. Poco tempo fa se l’erano promessi su Facebook che un giorno sarebbero tornati a giocati insieme, ebbene, quel giorno è arrivato. Per concludere, l’altra squadra molto attiva sul fronte mercato è il Partizani Tirana. Tre grandi colpi sia per il presente che in ottica futura. Vestiranno la maglia dei rossi della capitale, infatti, i classe ’92 Idriz Batha (dal Teuta) e Argjend Mustafa (dal Besa Kavaje) e il classe ’93 Arbnor Fejzullahu (sempre dal Besa Kavaje).
TOP 11 DELLA STAGIONE –
In questa formazione meriterebbero di starci 14-15 giocatori, ma per motivi di numero appunto, ne troviamo “soltanto” undici. Le scelte difficili cominciano già dal portiere. Senza nulla togliere a Orges Shehi (Skenderbeu) e Edvan Bakaj (Laçi), merita di essere premiato il numero uno meno battuto di tutto il campionato, ovvero Alban Hoxha del Partizani Tirana. Il capitano della squadra capitolina è una garanzia: personalità, carattere ma soprattutto interventi pazzeschi tra i pali(su tutti, quelli contro il Vllaznia a Scutari) che hanno aiutato molto il Partizani nell’essere la difesa meno perforata della stagione 2013/2014. Davanti a lui i tre nomi sono Ditmar Bicaj, Renato Malota e Tefik Osmani, a detta di molti i tre difensori più forti del campionato albanese. I primi due, come già detto, l’anno prossimo si ritroveranno insieme al Kukesi, dove formeranno la coppia di difensori centrali più forte di tutta l’Albania. Il terzo invece, dopo annate a eccellenti livelli al Teuta, andrà allo Skenderbeu per sostituire lo stesso Bicaj. Caratteristiche molto simili per tutti e tre: forti di testa, bravi nell’anticipo ma con l’unica pecca della velocità. Ma fidatevi, in campo non lo si percepisce! I migliori centrocampisti stagionali – qui di dubbi ce ne sono pochi – sono sicuramente Erjon Vucaj, Erando Karabeci, Gerhald Progni e Bernard Berisha. Del primo abbiamo già ampiamente parlato, ma degli altri tre no. Karabeci, capitano e anima del KF Tirana, è il classico metodista davanti alla difesa, dotato di grande quantità ma anche di buona qualità (vedere il gol contro il Teuta per credere). Progni e Berisha invece, sono giocatori molti simili: esterni di centrocampo agili e fortissimi nell’uno contro uno, anche se il primo in questa stagione ha giocato molte volte come riferimento centrale. Altra scelta difficile era quella di trovare il terzo nome da affiancare a Pero Pejic e Sokol Cikalleshi, per i quali parlano i gol segnati (venti per il primo, diciassette per il secondo). In nomi in ballo erano tre: Amadou Samb (Teuta), Tomislav Busic (Vllaznia) e Fation Sefa (Besa Kavaje). Alla fine, la scelta è ricaduta sul gladiatore del Besa, ovvero Fation Sefa. Non tanto per i gol, ma per il cuore e la determinazione messa in campo ogni domenica. Nulla toglie comunque a Samb e a Busic, ma purtroppo i nomi da inserire sono “soltanto” undici.
CLASSIFICA FINALE
Skenderbeu 61; Kukesi 57; Laçi 54; Teuta 54; Partizani Tirana 53; Tirana 50; Flamurtari (.3) 48; Vllaznia 45; Besa Kavaje (-3) 39; Kastrioti Kruje 29; Lushnja 26; Bylis Ballsh* 24
*escluso dal campionato