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Albert Herring di Benjamin Britten. The ceremony of innocence

Creato il 25 maggio 2012 da Spaceoddity
Chi mi conosca almeno un po' da tanti anni, tanti tanti, ricorderà quanto significativa e importante sia per me Albert Herring (1947) e forse sorriderà pure. Per tutti gli altri, rimane un'opera di Benjamin Britten (Lowestoft, 1913 - Aldeburgh, 1976). E, tra l'altro, a ben pensarci, non una qualsiasi, bensì il primo progetto di quell'English Opera Group che univa il compositore a due collaboratori fidatissimi, Eric Crozier e John Piper e lavorava su opere da camera (cioè con una dozzina di musicisti).
Albert Herring di Benjamin Britten. The ceremony of innocenceDa un punto di vista drammaturgico-musicale, ho idea che l'Albert Herring sia lungi dal poter essere inserito tra i lavori più riusciti di Britten: tuttavia, non è errato considerarlo una sintesi efficace della sua arte e presenta aspetti narratologici molto interessanti. L'opera, eponima, è tratta da una bella novella di Guy de Maupassant, Le rosier de M.me Husson, ma chiunque la leggesse stenterebbe a riconoscere la trama. Per di più, Britten era incerto sul titolo di un'opera che (secondo il suggerimento di Crozier, il librettista) sarebbe dovuta essere compagna di The Rape of Lucretia (in quel momento in tournée) e che poteva non essere il nome del protagonista - un fruttivendolo - ma il più impegnativo The King of May.
Sarà la trama a spiegarcene subito la ragione. Nel piccolo paesino di Loxford, il 10 aprile una piccola compagnia di notabili locali si riunisce ogni anno per eleggere la Regina di maggio, in base a criteri di integgerrima virtù personale (in specie per quanto attiene al sesso). La riunione, che si tiene a casa dell'irreprensibile Lady Billows, prende però una brutta piega quando ci si accorge che l'innocenza non è facile a trovarsi. Si propone allora di eleggere non una regina, ma un Re di maggio e si fa, contestualmente il nome di Albert Herring, figlio della fruttivendola di Loxford. Questi è un ragazzo mite, clean as / new mown hay (pulito come erba appena falciata), an inoffensive lad, simple, of course (un tipo inoffesivo, sempliciotto, certo...). Lady Billows dapprima si rifiuta, anche per questione di classe sociale, poi cede.
Quello che, però, questa commissione non sa è che Albert è tutto tranne che mite: non ama la sua vita, se ne chiede la ragione (in un ostinato for what? - per cosa?) accoglie la notizia con un netto rifiuto e sarà la perfida e opprimente madre a convincerlo. Sid, un amico del ragazzo, parecchio più vissuto, organizza con la sua morosa uno scherzo per la festa di incoronazione: riempie il bicchiere di limonata di Albert (del tutto astemio) con del rum, provocando un disastro dopo l'altro, fino alla sparizione di Albert nel nulla e al ritrovamento della sua corona per terra, schiacciata da un camion. Ne segue un dolente epicedio di tutta Loxford, riunita nella bottega della frutta a piangere il povero ragazzo, quando all'improvviso...
Albert Herring di Benjamin Britten. The ceremony of innocenceAlbert Herring è l'unica commedia di Britten, se si esclude il più lirico A Midsummer Night's Dream (peraltro una messa in musica degli atti 2, 3 e 4 dell'opera di Shakespeare). Sul piano musicale, però, non gode di un'ispirazione propria, come se solo la tragedia fosse più consona all'animo del compositore: la partitura ricorda troppo, in certi momenti, The Rape of Lucretia, ed è meno bella e intensa. Anche quando anticipa opere successive (in particolare l'irraggiungibile The Turn of the Screw o il già citato Dream) rimane al di sotto delle opere più celebri. Vero: è un'opera autenticamente teatrale, destinata a un organico di professionisti della scena, senza il quale perde senso e sapore. Più di tutti gli altri titoli di Benjamin Britten necessita di un direttore che sia anche regista della scena, degli umori e dei colori, e purché si abbia la pazienza di non chiederle più di una musica intelligente e molto ben composta.
Nell'edizione di Bernard Haitink che ho visto io, disponibile e quasi sempre reperibile sul mercato, il successo è garantito proprio dall'elevata qualità esecutiva, in primo luogo della London Philharmonic Orchestra e del Glynderbourne Chorus. Il direttore cesella i timbri strumentali e vocali con esattezza e gusto, mentre i singoli interpreti (Patricia Johnson, la splendida Felicity Palmer, il protagonista John Graham-Hall, Patricia Kern, Alan Opie, Jean Rigby e gli altri) fanno di tutto per garantire, diciamo così, le buone intenzioni della bacchetta e uno spettacolo buono, seppure privo di agilità di quella scintilla che ci si aspetta in questi casi. "Roba per appassionati"? Forse, ma preludio drammaturgico importante per il Turn of the screw e riflessione sul ruolo di un eroe ridotto a secondo in un negozio di frutta dove tutti chiedono solo spezie e sapori.

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