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ALBERT NOBBS. La delicata storia di un cuore di donna

Creato il 03 marzo 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

“Penso che voi siate l’uomo più strano che io abbia mai incontrato”

Albert Nobbs (interpretato da una perfetta Glenn Close) vive nella Dublino del diciannovesimo secolo, è un inappuntabile cameriere del Morrison’s hotel, trascorre i suoi giorni sognando di poter in futuro aprire una tabaccheria, e per realizzare questo progetto s’impegna con solerzia nel suo lavoro, cercando di guadagnare e risparmiare quanto può.

La sua sembrerebbe una storia qualunque, e così in effetti sarebbe se non fosse che questi convive fin dall’adolescenza con un segreto inconfessabile: Albert in realtà è una donna.

La fragile campana di apparenza sotto la quale il protagonista ha cercato di rifugiarsi per quasi tutta la sua esistenza parrebbe essere distrutta dall’incontro con Hubert Page (Janet McTeer), un burbero imbianchino chiamato dalla proprietaria dell’albergo per ridipingere delle camere, che dovrà condividere con il cameriere la sua stanza per la durata del suo lavoro.

Smascherato, Albert sprofonda nel panico più nero, ma si rende presto conto di non essere l’unico ad essersi ricucito una falsa identità, con Hubert intreccia una salda amicizia, e proprio attingendo da questo nuovo legame trova il coraggio di fare sogni più grandi come cercare una donna da prendere in sposa, con la quale condividere i suoi averi, i suoi sogni e vivere quella vita ordinaria che non gli è mai stata concessa.

La scelta cade velocemente su Helen (una bravissima Mia Wasikowska), giovane collega di lavoro, la quale è però già innamorata di Joe (Aaron Johnson), anch’egli dipendente nell’albergo, e proprio per il sentimento che la lega a questi la ragazza sembrerebbe inizialmente rifiutare i timidi inviti di Albert. Successivamente però Helen sembrerebbe ricredersi ed esce con lui, istigata dallo stesso Joe, che la sollecita a stuzzicare il cameriere con l’intento di sottrargli i soldi necessari per partire in America, dove la coppia vorrebbe trasferirsi per ricominciare assieme una nuova vita.

Albert si troverà dunque incastrato in un insolito triangolo amoroso, combattuto fra le sue speranze e il suo segreto.

Glenn Close che ha vestito per la prima volta i panni del protagonista nel 1982 in una pièce teatrale,

in una recente intervista ha raccontato di come si è innamorata del personaggio: una sera si trovò a recitare Albert in un teatro dove il palco era molto vicino al pubblico, e così, a stretto contatto con gli spettatori, si accorse della sua potenza.

Dopo un tentativo fallito per mancanza di fondi nel 2000 è così riuscita finalmente a portare questa magica storia sul grande schermo: “Albert Nobbs” è approdato nelle sale cinematografiche statunitensi a Gennaio ed in quelle italiane a Febbraio.

La pellicola è basata su un racconto dello scrittore irlandese George Moore.

Il film è stato candidato a tre premi oscar: miglior attrice (Glenn Close), miglior attrice non protagonista (Janet McTeer) e miglior trucco ( Martial Corneville, Lynn Johnson e Matthew W. Mungle).

Delicato, incantevole, “Albert Nobbs” è la fiaba fuori dall’ordinario di un personaggio straordinario.

La pellicola scorre veloce facendo sfoggio di personaggi complessi che persino quando solo accennati vengono descritti mirabilmente, gli scenari sono pittoreschi, e le musiche dolci si sposano perfettamente con i tratti del protagonista.

Nel suo ruolo Glenn Close riesce ad apparire perfetta, regalando al pubblico un personaggio che nella sua goffaggine e tenerezza, difficilmente può non fare breccia nel cuore di chi lo guarda o essere dimenticato. Janet McTeer, chiamata a recitare una parte commovente, forse cardine nella storia, le tiene testa ed è altrettanto brava, come anche la giovane Mia Wasikowska, precisa e toccante nei panni della tormentata e fragile Helen.

L’intero cast sembra infatti incastrarsi meravigliosamente nei personaggi , e la magia non può che dirsi realizzata; “Albert Nobbs” è un film raffinato che riesce a narrare con la delicatezza di una ninna nanna sussurrata ad un bambino la difficile condizione femminile nell’epoca vittoriana, spiegare l’amore infantile, sognante, figlio della condizione paradossale vissuta dal protagonista, e

palesare con innocenza ed eleganza quanta forza spesso sia celata nel cuore delle donne e solo camuffata nei modi degli uomini.

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