Roberto era uno dei soci dell’Associazione Lendicomics ed era un nostro caro amico.
Ci manca molto, ci manca la sua ironia – a volte pungente – e ci manca la sua energia.
Negli ultimi anni Roberto ha lavorato con passione e dedizione all’opera misconosciuta di Hugo Pratt, ci riferiamo al periodo sudamericano, quando il fumettaro veneziano immigrò nella lontana Argentina.
L’Asso di Picche fu ideato da Alberto Ongaro e Hugo Pratt ed è ora rieditato in un libro dell’Anafi, grazie all’opera di ricerca effettuata da Roberto.
Abbiamo deciso di riportare la premessa scritta dalla figlia Roberta.
Antonio, Enrico, Filippo, Pierlugi e Stefano.
Roberto Reali ha amato il fumetto da quando lo ricordo. Il Topolino in libretto e il Paperino di Barks sono state tra le prime nostre letture di bambini. Poi tra gli americani c’erano Superman, Phantom, Mandrake, Tarzan; tra i francesi, Asterix, i Puffi, tra gli italiani, Corriere dei Piccoli, Corriere dei Ragazzi, Tex, Lanciostory (e poi la grandissima stagione del Male, Il Cannibale, Frigidaire) ma noi si leggeva anche Fritz il Gatto, Bodé, Linus, Comic Art e, un po’ più avanti, Alterlinus, Métal Hurlant, Sorry: nulla ci era precluso dalla aggiornatissima biblioteca del papà e, in in seguito, dalla vasta collezione che aveva raccolto insieme agli amici Lucio Verza e Paolo Semeghini. Con loro, le rispettive mogli e la mamma, e più tardi, il critico Gianni Brunoro, andavano per le fiere del fumetto, tra le quali Lucca, Treviso, Milano, Bologna, Reggio Emilia, dove si prendeva contatto con i collezionisti italiani e stranieri.
Quando un giorno Roberto incontra il segno di Hugo Pratt, nasce una grande passione che porterà con sé fino agli ultimi giorni della sua vita e che ancor oggi continua a dare i suoi frutti, con la pubblicazione di questo libro sull’Asso di Picche, completato con altrettanta dedizione da Paolo Gallinari di Anafi. Mio padre infatti si dedicherà per anni ad un accurato lavoro di ricerca, di incontri, di acquisti, di attività espositiva, di paziente catalogazione e di certosina “pulitura” delle tavole prattiane, inseguendo le evoluzioni del segno di Pratt di avventura in avventura: dagli esordi, proprio con Asso di Picche, calcando le orme dei supereroi americani, all’affermarsi di un proprio stile negli anni argentini e all’approdo, nelle ultime tavole, ad una rarefatta essenzialità. Oltre al cosmopolitismo culturale che non teme confronto, alla precisione nella ricostruzione di costumi e ambientazioni e alla peculiare affabulazione visiva dell’artista veneziano, soprattutto, più di ogni cosa, lo affascinava la qualità di sintesi e la perfezione del segno prattiano: la pulizia delle tavole, per lui che era stato pittore e poi grafico, costituiva forse il campo di indagine più affine alla propria sensibilità elettiva, il luogo della scoperta di come Hugo Pratt è diventato Hugo Pratt.
Di scoperte in realtà ne ha compiute più d’una, specialmente dopo l’acquisto di una partita di fumetti argentini inediti in Europa, documentati nelle pubblicazioni “Magica America” e “Il Sergente Kirk”, realizzate in collaborazione con Gianni Brunoro e uscite entrambe per i tipi dell’Anafi, così come oggi l’Asso di Picche. I suoi pensieri degli ultimi giorni erano assorbiti proprio dal completamento di un suo lavoro sul Sgt. Kirk e ci chiedeva di aiutarlo in questa sua impresa che, temporaneamente, è stata superata dagli eventi.
Molti incontri compiuti durante questa appassionata ricerca si sono trasformati in durature amicizie e collaborazioni, coltivate in un’atmosfera di conviviale amabilità, spesso attorno alla tavola imbandita dalla mamma, nostro prezioso critico letterario: penso al sodalizio con il collezionista francese Pascal Le Yeuc’h da cui è nato il libro sulle copertine delle historietas argentine, tuttora inedito; alla corrispondenza con il critico Dominique Petitfaux e ai loro colloqui romani e parigini; all’autore di fumetti Ivo Pavone che insieme a HP ha condiviso tante avventure e ai personaggi in carne ed ossa cui il “Salgari veneziano” si era ispirato; al grafico Andrea Nese e agli appassionati del fumetto di Lendicomics, con i quali Roberto ha allestito, tra le altre, due mostre dedicate a Pratt; infine, agli amici di Anafi, che hanno intitolato un premio a suo nome «per la valorizzazione della memoria storica del fumetto» e che, raccogliendo l’eredità del suo lavoro, hanno curato con lui questa edizione degli inediti argentini de l’As des Espadas.
Roberta e famiglia Reali, con il contributo di Gianni Brunoro e Lucio Verza
da “Alberto Ongaro. Hugo Pratt, L’Asso di Picche dall’Argentina“,
a cura di Gianni Brunoro e Paolo Gallinari, Anafi, Reggio Emilia, 2012, p. 7
Per informazioni: Anafi