Albertoni a valanga con contrattacco sul servizio idrico e i distacchi. E una spinosa frecciata al centrosinistra

Creato il 20 luglio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

“Ma che pistolotti – Il presidente dell’Aem Franco Albertoni reagisce vivacemente -, io non ne dico e prima di tutto bisognerebbe ascoltarli, perché io non nascondo niente e sono del tutto disponibile a rispondere a tutte le domande, e infatti ho sempre risposto. Ci vuole anche un po’ di rispetto della persona. Mi scoccia perché alla fine della commissione Vigilanza di ieri ho chiesto se qualcuno voleva ulteriori precisazioni, nessuno ha fiatato e adesso leggo queste critiche. Ma io ho già risposto. Io voglio partecipare, essere chiamato, rispondere, l’ho detto più volte. Certo non posso sollecitare io la convocazione di una commissione comunale”.
Graziosa questa stoccatina al presidente della commissione Vigilanza o a qualche consigliere comunale.
In realtà le mie frecciate erano rivolte al giornale La Provincia che ha oscurato varie domande di Caterina e Maura Ruggeri facendo risaltare un clima da cerimonia religiosa che non si addice a una commissione comunale forse più brillante del previsto. Devo recitare semmai l’atto di dolore per non esserci stato.
Il presidente di viale Trento Trieste è deluso però, quanto a Lgh e al servizio idrico integrato, dal comportamento di altri territori “di centrosinistra, non fatemi dire quali. Cremona, e questo non è stato messo abbastanza in rilievo secondo me, è tornata nella disponibilità del ramo idrico in modo da poter decidere che fare, tra società mista e pubblica, e la conferenza dei sindaci ha scelto il modello pubblico. È stato il risultato di una battaglia non a costo zero. Se oggi non abbiamo già una società mista per la gestione del servizio idrico integrato è merito anche del Comune di Cremona che ha messo alcuni paletti, non con perfetta linearità nel tempo ma l’ha fatto”.
Quanto alla retrocessione delle quote l’assemblea dei sindaci ha deciso di valutare come uscirne.
Dunque un territorio provinciale disunito su una questione cruciale come la gestione dell’acqua. Albertoni critica qualche “ohimé!” di troppo dal Cremasco. E rivendica il merito cremonese degli investimenti compiuti per tempo a metà anni 2000: “Ora vale il parametro dell’arsenico – aggiunge il presidente di Aem – se Cremona non avesse investito nei potabilizzatori allora, oggi come faremmo? Quanti altri lavori dovremmo aggiungere al Piano d’ambito?”
Berremmo ancora arsenico e fra un inquinamento legale e l’altro non so se ce ne accorgeremmo. Grazie comunque a chi ha compiuto per tempo il proprio dovere.
E i distacchi delle utenze? Il presidente dell’Aem non cede di un millimetro. Riconosce ovviamente che chi si trova in gravi difficoltà va aiutato “ma è compito dei servizi sociali. Noi come Aem non abbiamo le competenze specifiche per stabilire se il signor Rossi va aiutato e il signor Neri no. La capacità di decidere in questi casi ce l’hanno i servizi sociali del Comune. La mission sociale la espletiamo dando un servizio di qualità a basso prezzo. È una questione di principio”.
Mai Franco Albertoni ha difeso l’allacciamento del teleriscaldamento alle case popolari. Non è di questo errore storico che parlava. Personalmente non vorrei che l’Aem, l’Enel, l’Eni o qualunque azienda si sentisse in diritto di staccare le utenze a chicchessia. Che un nucleo familiare sia in difficoltà o no ha diritto all’acqua, e anche all’energia e al gas, almeno in misura minima per vivere e lavorare, se lavora da casa. Si tratta non di un aiuto a degli indigenti, ma del riconoscimento di un diritto universale. È una battaglia civile. Cremona vuole essere grande? Ecco un’occasione.


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