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ALCAMO (TP): “La piccola Parigi”.

Creato il 20 luglio 2011 da Francescotoscano1969 @ftoscano1969

ALCAMO (TP):  “La piccola Parigi”.

Alcamo (Tp) (Fonte:http://www.panoramio.com/photo/729564)


20 Luglio 2011.
Alcamo (Àrcamu in siciliano) è un comune italiano di 45.985 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia. Alcamo è situata al confine con la provincia di Palermo, ad una distanza di circa 50 km sia da Palermo che da Trapani. Sorge ai piedi del Monte Bonifato. Il territorio comunale oggi si estende su una superficie di 130,79 km². A nord è bagnata dal mar tirreno, confina ad est con i comuni di Balestrate e Partinico, a sud con quello di Camporeale e ad ovest con quelli di Calatafimi-Segesta e Castellammare del Golfo. La sua più importante frazione è Alcamo Marina, che dista circa 6 km dal centro cittadino. Fondata una prima volta dall’arabo Alquama (donde il nome) sul monte Bonifato nel sec. IX; Federico II di Svevia fondò (1233) la nuova Alcamo ai piedi del monte. Nel sec. XIV gli Aragonesi la costituirono in feudo, che sino al 1812 ebbe molti signori, fra cui i Peralta, i Chiaramonte, ecc. ecc. Esagerando un po’ gli alcamesi definiscono la loro città “la piccola Parigi”. Ma Alcamo ricca lo è davvero: nel 1988 si calcolava, infatti, che nei forzieri delle banche cittadine fossero depositati circa 300 miliardi di lire. L’asse portante dell’economia alcamese è senz’altro l’agricoltura ed in particolare la viticultura. Alcamo è uno dei centri principali in Sicilia per la produzione del vino. A questa attività, che contribuisce non poco al reddito dei residenti, sia per i possedimenti agricoli che per il cosiddetto indotto, si affianca l'allevamento bovino e ovino, la coltivazione dell'olivo, dei cereali e del famoso melone locale, chiamato localmente miluni purceddu. Nel settore primario è significativa anche l'attività estrattiva (in particolare del marmo, ma anche travertino), il terziario più o meno avanzato rimane comunque il settore con più occupati. Dal 1972 il vino prodotto nelle campagne alcamesi, il “Bianco d’Alcamo”, è stato riconosciuto a denominazione di origine controllata e viene prodotto da un consorzio di quindici cantine e cooperative, capaci di ammassare un milione e seicentomila quintali di uva con circa 6.700 conferenti. Per gli intenditori e gli amanti del buon vino e della buona tavola, le Associazioni delle strade del vino promuovono percorsi turistici alternativi, attraverso i quali, il turista può, non solo apprezzare il vino e la buona cucina alcamese, ritrovando gli antichi odori e sapori dei prodotti naturali, ma anche ammirare lo splendido paesaggio naturalistico dove le aziende produttrici sono collocate. L’edilizia è stata ad Alcamo un settore economico particolarmente florido. Fra gli anni Sessanta e gli anni Novanta del secolo scorso sono stati costruiti tre nuovi quartieri: Santa Lucia; Sant’Anna; Crocicchia. Questi nuovi quartieri, tuttavia, sono stati formati per lo più da case abusive. La casa per l’alcamese è stata la principale forma di investimento, sia per gli emigranti (si stima che dal 1921 al 1988 gli alcamesi emigranti siano stati circa ventimila; molti di loro si sono stabiliti nelle Americhe ed in alcuni paesi Europei come la Germania, la Svizzera, i Paesi Bassi) sia per i residenti. Ma oltre a possedere la casa in città si sono costruiti “il villino” ad Alcamo Marina, la spiaggia della città. Negli ultimi trent’anni la società alcamese si è molto evoluta. Non esistono quasi più gli analfabeti mentre numerosi sono i giovani diplomati e laureati.
Fonte:
Linkografia  
Bibliografia
  • "Sicilie – L’emigrazione nei Comuni dei Golfi", Edizioni Centro Kolbe 1988, da pagina 79 a pagina 82.


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