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Alcatraz, Tirreno

Creato il 14 luglio 2010 da Marcotoresini

Alcatraz, Tirreno

Eccola: 10 chilometri quadrati, trenta metri di altitudine massima, un Mar Tirreno stupendo a coccolarne i fondali, a sferzarne le coste. Eccola: un po' Alcatraz, un po' Guantanamo, un po' paradiso, un po' Inferno a seconda se stavi dentro o fuori da quel muro, un tempo a secco e non invalicabile, poi alto e turrito, tutto grigio-verde da massima sicurezza.
Alcatraz, Tirreno

Siamo a Pianosa, oggi gioiello naturalistico dell' Arcipelago Toscano a turismo limitato, ma fino al 1998/99 Colonia penale e Carcere di massima sicurezza. La struttura penitenziaria e' ancora li' abbandonata come il resto delle poche case civili sferzate e corrose dal vento, rimesse in sesto qua e la' più per ragioni di sicurezza che per un disegno complessivo di recupero di un'isola interamente demaniale, senza residenti e con qualche domiciliato temporaneo tra i presidi di Croce Rossa, Forestale, Carabinieri, Guardia costiera e Polizia Penitenziaria che si avvicendano sull'isola ogni martedì, giorno in cui il traghetto della Toremar tocca l'isola a sud ovest dell'Elba.
Fa un certo effetto ripercorrere la storia di questo luogo, carcere sin dai tempi del Granducato di Toscana, Colonia agricola all'avanguardia (qui entro' in funzione la prima mungitrice meccanica d'Italia) e poi Alcatraz del Tirreno, pronto ad accogliere terroristi e mafiosi negli spazi severi del 41 bis, il carcere duro dell'emergenza, il pugno di ferro dello Stato dei momenti difficili, delle risposte sena appello.
Alcatraz, Tirreno

Oggi i segni di quella severità si perdono nei campi incolti dell'ex Colonia agricola popolati da fagiani e pernici e la metafora della politica carceraria dello Stato (che fra le tante proposte ha anche pensato di risprire Pisnosa) osembra stare tutta nelle transenne che bloccano l'arco d'accesso al penitenziario: quell'arco e' pericolante e rischia di crollare addosso all'ignaro passante.
Alcatraz, Tirreno

Ma c'è anche un filo di speranza accanto a quelle mura: si chiama cooperativa San Giacomo ed e' formata da detenuti del carcere di Porto Azzurro. A Pianosa cucinano per guardie ed escursionisti in un ristorante dove vendono anche magliette. "Carcere di massima sicurezza, Pianosa: visto per censura" si legge sulle t-shirt (ne esiste anche un modello con gli strass per le signore). Mancano le tazze griffate, poi sembra proprio di stare al coffee-shop di Alcatraz, ma qui la speranza del riscatto fa sembrare tutto più bello.
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