Una batteria nelle orecchie a volume sufficientemente alto da coprire il vociare.
Cazzate. Non si parla d'altro.
Non ce la faccio proprio a mischiare i miei pensieri con i loro ricordi sfocati di serate a base di alcool.
Assisto in silenzio a discorsi tra gente che, non lo so, forse non ha altro nella vita. Fanno a gara a chi si ricorda di meno. "Non mi ricordo neanche perché mi sono trovata a casa di quello, ieri mattina" "Io non mi ricordo neanche che ho bevuto" "Io neanche che sono uscito di casa"
Io invece il Lunedì mattina ricordo sempre tutto, anche troppo. Anche se vorrei smettere, per un momento,di pensare che questo posto, questi corsi e questa gente non mi appartengono.
Un'amnesia.
Un trauma cranico.
Intanto l'iPod fa bum bum bum. E dall' esterno non si sente altro che bassi troppo amplificati... vedo qualcuno che cerca di capirmi, cercano di capire perché è dall'inizio del secondo semestre che, nulla, non voglio avere con loro neanche contatti al limite della convivenza.
Se ascoltassero quello che c'è nella mia testa, stamattina, quei bassi sembrerebbero una sinfonia classica. È che odio il Lunedì, ho un rapporto pessimo con un Capodanno ogni inizio settimana, pieno di propositi e di attese perché tutto inizia, ricomincia, il Lunedì.
"E fuori l'inverno è cattivo: brucia la terra, brucia l' energia e nei cappotti i vecchi infreddoliti pregano Dio che se li porti via. E c'è chi aspetta una vita in un bar, quella schedina che non uscirà mai ma intanto spera che aspettando si risolvano i suoi guai. Ma quante sere passate a parlare a ragionare sulla demagogia.. Bambini, bambini, pregate che arrivi il vento e se la porti via, questa democrazia!" - Negrita