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alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 09.02.13

Creato il 09 febbraio 2013 da Plus1gmt

Wu Ming, “Rasta Notes. Rivelazione, rivoluzione e reggae (dal cazzo-di-posto-in-cui-stiamo)”: Il reggae, il suono e il senso della musica, è stato uno degli elementi che hanno tenuto lontano molti skinheads della prima ora, a metà degli anni ’80, dalle derive che hanno colpito e segnato lo stile all’interno del quale ho vissuto molti anni. Il Reggae diceva senza mezzi termini che il sistema è sbagliato, al punto da essere perverso e mostruoso. Lo faceva utilizzando chiavi retoriche e soluzioni apparentemente lontane da quelle del punk, la musica che avevamo amato e amavamo e da cui provenivamo. Il reggae dava apertura, intelligenza, conoscenza di problemi come il razzismo, l’organizzazione gerarchica basata sulle gradazioni di colore della pelle che è implicita nell’attuale “equlibrio mondiale”, e questo, per una fazione all’epoca impantanata nella prospettiva della gang di strada, era un modo per non finire fottuti fino in fondo.

oBBroBBrio, “Un imperdibile concorso letterario”: “Racconti di merda” è un concorso letterario che premierà il più pedante, stucchevole, orrido racconto che le vostre menti riusciranno a ideare. Si partecipa con un racconto breve (limite di mille parole), e sono previsti premi sensazionali per i primi classificati. Niente male, visto che è tutto aggratis.

Potato Pie Bad Business, “Top 5 – musiche balcaniche dell’oggi”: Senza pretese di volerne sapere più di voi, ma con l’idea di potervi far scoprire una melodia nuova: da sentire verso le 18.30 col pensiero di una birra, quando vi vengono le voglie di oriente e di balli sfrenati, quando avete un sacco voglia di fare all’amore.

onirismi et onanismi, “anatomia di un sabato pomeriggio qualunque”: Le quattro e quarantacinque sono un buon orario per iniziare a vedere un film e scivolare dritti fino alla cena, e evitare di decidere chefare.

Termometro politico, “Maestro tuttologo, maestro unico o maestro artigiano?”: Proprio così: mi sento un artigiano. La fase intellettuale del lavoro si svolge (quasi) tutta al di fuori delle ore di insegnamento. La testa, e non il corpo, studia, programma, corregge, valuta, trova soluzioni, compila documenti, propone screening, test, progetti…ma nelle mie ore con i bambini mi metto il grembiule, mi rimbocco le maniche e …sudo.

Canzone del giorno
Suuns – 2020



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