Bene o male tutti conosciamo i pregi e i difetti di Spotify: c'è chi ne vanta le potenzialità e sostiene di non poterne più fare a meno e, per contro, chi non avendo capito che tipo di servizio ha a disposizione finisce per criticarlo e ritenerlo superfluo. In realtà ci sono degli accorgimenti che si possono prendere per far si che Spotify diventi veramente il nostro supporto musicale di riferimento anche se i nostri hard disk traboccano di dischi, bootleg ed EP.
Ad esempio basta prendere dimestichezza con il servizio Forgotify by Spotify che scandaglia l'immenso database dell'app per andare a ripescare quei brani persi nei meandri dei byte: un'opportuna per innaffiare con brani mai ascoltati le nostre orecchie e nutrire il demone della curiosità musicale che alberga in noi.
Disponendo di un account Premium, poi, è possibile sfruttare alcuni trick veramente utili. Abbiamo la possibilità di rendere disponibili offline tutti i brani presenti nella cartella La mia musica con pochi semplici passaggi in modo da poter prendere un aereo, la metropolitana o attraversare una galleria sena perderci nemmeno una nota; saper usare la funzione di ricerca avanzata di Spotify, poi, potrebbe essere un buon modo per andare a pescare proprio la musica che vogliamo. Per farlo dobbiamo ricordare di utilizzare i connettivi logici come, per esempio, genre:chillout year:2000-2010 per andare a scansionare le produzioni musicali chillout della prima decade degli anni 2000.
Da non sottovalutare, infine, le playlist collaborative di Spotify che si possono creare con gli amici e alle quali tutti gli amici possono accedere per ascoltare o aggiungere brani. In questo modo si crea una vera rete social che arricchisce la cultura musicale di tutti.