Magazine Poesie

Aldino Leoni: tu, tempo …

Da Narcyso
17 novembre 2013

Aldino Leoni, A MANI FERME, puntoacapo 2012

aldino leoni

Appare, questo testo, nella sua prima parte, nella forma di un canzoniere floreale, soprattutto di alberi in pericolo di scomparsa o di malattia: già dal primo testo, in cui la mano che ha raccolto dubita fortemente del senso etico del trasformare, del permettere il travaso dall’esistente al non essere, non per scomparsa perpetua, ma per sospensione purgatoriale in un paese di non nati:

La folle raccolta dei fiori
dai petali lucenti
L’intenzione di farne
fiori secchi decorativi
La sensazione graduale
che si trattava di fiori vivi

p. 9

E si veda poi, per chiarificazione, gli esiti del poemetto finale:

Nel campo
di recente
mani discrete
hanno posto
un monumento
con parole per i non-nati
all’incrocio dei sentieri
Non s’è levato clamore avverso
forse per la discreta dignità
ieratica della statua
forse per il loro non essersi accorti

Nel campo vengono riposti
i nati appena.

p. 48

La riflessione, quindi, si estende nella dimensione della luce, da un punto all’altro (essere-non essere) entro cui si situa la battaglia delle azioni umane, il tendere la corda fino al rischio della rottura…da qui il pericolo che attraversano queste forme ancora lucenti, dotate di una loro rimembranza e resistenza.

Ora che polvere
va divenendo
e terra
e che radice
va diventando nulla

p. 13

Il pittore, come il poeta, dipinge forme in disfacimento, in mutazioni dolorose, e quindi la coscienza della scrittura, laddove la scrittura si ponga come voce di coscienza del Naturale, sa che nessuna cosa può essere relegata allo stato di una non domanda, di una non risoluzione: “Objets inanimés, avez-vous/donc une âme?”, p.33.

La risposta sta, forse, in altri versi, in altre domande. Per esempio questi:

Il tempo
che sembra lenire
mi fa domandare:
ma sono esistiti davvero
con mani operose, leggere
con occhi radenti, socchiusi
con voci?
Tu, tempo,
lenisci e confondi
Dissolvi
pensati e pensanti
Ben solida lasci
mestizia

p.28

Sebastiano Aglieco, Coblenza, luglio 2013

Il suo blog


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog