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Aldo Tagliapietra in “40°ANNIVERSARIO LIVE 1973–2013”- il racconto della serata
Creato il 11 ottobre 2013 da Athos Enrile @AthosEnrile1Fotografia di Renzo De Grandi Martedì 8 ottobre il Factory di Milano è stato testimone di un avvenumento importante, la presentazione ufficiale del nuovo album di Aldo Tagliapietra, “L’angelo rinchiuso”. E’ stata anche l’occasione per anticipare l’uscita della biografia di Aldo, “Le mie verità nascoste”. Di libro e album mi occuperò nel breve, ma vorrei oggi commentare e raccontare lo svolgimento di una serata piacevole, differente dal concerto standard. L’anticipazione, attorno alle 20, prevedeva un incontro con la stampa e un cocktail di benvenuto. Un Tagliapietra raggiante, circondato dai sui affetti - anche gli ultimi arrivati - si è dimostrato come sempre disponibile al dialogo, alla firma di rito, alla fotografia che tutti amano mostrare. La band - la nuova linfa di Aldo - in attesa in una zona appartata, è quella ormai consolidata, ovvero tre quarti di Former Life (Andrea De Nardi alle tastiere, Matteo Ballarin alle chitarre e Manuel Smaniotto alla batteria), con l’aggiunta, almeno in questa serata, del vecchio amico Sergio De Nardi, impegnato anch’esso alle tastiere.
E intanto il Factory si riempie, un locale che non conoscevo, probabilmente dedito a musica di altro genere.
Quando Aldo Appare sul palco sono le 21.30 ed il pubblico lo accoglie nel migliore dei modi. Ma esiste un prologo gestito da Omero Pesenti, che prepara la strada al book in uscita, raccontando un aneddoto che riporta alle origini:
E poi si parte con il concerto, che prevede rari moment di sosta, e vediamo perchè. Gli “argomenti musicali” di serata si possono idealmente dividere in due parti. La prima è dedicata totalmente alla novità, al nuovo album, formato da dodici episodi che costituiscono una suite, rappresentata - nel disco e dal vivo - senza soluzione di continuità. E’ un atto importante quello di regalare all’audience una novità assoluta, senza rodaggio da palco, con l’incognita della reazione verso qualcosa che non si conosce, e l’attegiamento dei presenti, almeno secondo la mia percezione, è stato inizialmente di religiosa attesa, sino a quando, col passare dei minuti, ci si è resi conti di essere al cospetto di musica di “costituzione antica”, con messaggi universali, e arrangiamenti e soluzioni freschissime, che fanno pensare ad una strada precisa intrapresa dalla Aldo Tagliapietra Band. E a riprova della voglia di riutilizzo di suoni vintage, si può elencare parte della strumentazione, dall’Hammond del 1968 (ceduto da De Nardi padre a De Nardi figlio) al Leslie, passando per il Moog. Una bella sorpresa, e per battere il ferro sin che è caldo, nel corso del mio viaggio di ritorno ascolterò tre volta di fila L’angelo rinchiuso. E si arriva all’unica vera sosta, necessaria per ricordare l’amico Roberto Galanti, prematuramente scomparso, a cui Aldo dedica “Amico di ieri”. Dopo lo spartiacque arriva la suite che celebra i quarant’anni di vita, “Felona e Sorona”, nata nel 1973 e riproposta per intero. In questo caso la musica è superconosciuta e questo facilita la piena sintonia con i presenti. Il tempo scorre rapido - è sempre così quando si vive un avvenimento con intensità - mentre i “giovani Former” dimostrano affiatamento ed entusiasmo - personalmente mi pare superfluo soffermarmi sulle grandi qualità - e credo che la loro presenza giovi a Tagliapietra, che scegliendo di puntare sui giovani ha intrapreso una strada forse meno facile, ma a mio giudizio vincente. L’assolo di Smaniotto conduce alla fine del concerto e quindi al doppio bis, Los Angeles e Sguardo verso il cielo, mentre le braccia di chi è nelle prime file sono ormai tese e prolungate verso il palco, in un atto di estrema devozione e simbiosi totale. Le percezioni sono differenti a seconda del punto di osservazione, e le piccole frustrazioni di musicisti professionali e professionisti, sempre attenti alla performance nei minimi dettagli, si trasformano spesso in insoddisfazioni generiche relative all’acustica e a particolari che sfuggono al pubblico. Rovescio la prospettiva ed evidenzio in questo caso una totale soddisfazione della gente, a cui mi unisco nel giudizio: un gran bel concerto! Ma il contesto non era da “evento comune”, ed è per questo che la serata andrà ricordata e messa nella casella dei ricordi musicali migliori e più significativi. Lunga vita ad Aldo Tagliapietra e alla sua famiglia, le sorprese non sono ancora finite!
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