Alejandro Jodorowsky, Pieter Bruegel il Vecchio, Claes Oldenburg, Coosje van Bruggen e la grande Acchiappaforme raccontano…

Creato il 31 marzo 2014 da Pintora @mnicaprez9

Tempo fa , trovai una storia fra le pagine di un bellissimo libro di Alessandro Jodorowsky: parlava di un anziano. Con l’aiuto di un piccolo cucchiaio era intenzionato a spostare una montagna che non permetteva l’arrivo dei raggi del sole sul suo villaggio. Un giovane passante deriseil vecchio sicuro della improbabile riuscita dell’impressa, ma l’anziano impassibile disse una frase:“ So che non ci riuscirò, ma qualcuno deve pur iniziare…” Bellissimo e paradossale insegnamento che invita a rompere l’immobilità davanti ai problemi da risolvere.Subito accattivata dal profondo insegnamento nascosto nel racconto, provai il desideriodi condividerlo con i miei Piccoli Artisti Anonimi…. ma non mi era bastata la storia riportata nel libro di Jodorowskyecominciaiariscriverla.   Allo stesso tempo cominciaila ricerca d’immagini su internet per mettere a punto unapresentazione su Power Point. Come sempre la magia cominciòa spargersi… trovaile illustrazioni della fiaba nei quadri di Brueghel il Vecchio. Quando arrivaialla frase finale della fiaba, Achhiappaforme misuggerì che lì dentro c’era ancora molto da scoprire.Così ho deciso di dare una svolta alla fiaba: l’atteggiamento del Vecchio verrà assimilato e interiorizzato da tutto il villaggio e il problema verrà risolto esaltando i valori della comunicazione, collaborazione, empatia, attitudine compassionevole e lavoro di gruppo in allegria…Io già sapevo cosa volevo trasmettere, ma prima volevo lasciare spazio ai bambini per riflettere da soli.Con grande teatralità, ho annunciato che la storia aveva un seguito ma non avrei rivelato la svolta fino alla prossima settimana.Loro, che tanto avevano riso nell’immaginare il povero vecchio armato da cucchiaio che provava a spostare la montagna, dovevano disegnare e descrivere a parole come sarebbe finita la storia. Il risultato à stato sorprendente.
Guardate:












Beh, la storia inventata da me finisce che tutto il villaggio partecipa con i propri cucchiai per aiutare il vecchio. Lo fanno sicuri dell’inutilità dell’impressa ma per puro sentimento di compassione verso quella persona che dimostrava di volere tanto bene il popolo al quale apparteneva, si trovano d’accordo per scavare insieme trasformando le giornate dei ritrovi in vere e propriefeste, dove l’allegria della collaborazione supera l’intenzione di spostare la montagna.

E così il tempo passa…e il vecchio muore. 
 
Nella fiaba che ho scritto gli abitanti del villaggio non riusciranno mai a spostare la montagna, ma nell’intento la soluzione al problema apparirà, e i raggi del sole aiuteranno a crescerei bambini sani e forti!Il Vecchio verrà ricordato fondendo tutti i cucchiai delle persone che hanno partecipatoin uno solo. Enorme e possente verrà collocato in mezzo alla piazza, nel centro diun bellissimo lago. Il gesto dell’anziano diventa Arte, una grande scultura lo ricorderà per sempre dopo tante generazioni.Forse le opere d’Arte dovrebbero servire a preservare la memoria di quelli esseri che a volte aiutano a cambiare in meglio il corso di un intero popolo con un solo, piccolo gesto… ma la grandezza sta anche nella sensibilità che questo popolo possiede senza la quale i gesti sublimi non si possono riconoscere.Ho osservato, confesso, con un po’ di amarezza che solo un bambino ha considerato il fatto che il Vecchio potesse farsi aiutare da terzi per riuscire nella sua impressa. Ha fatto però arrivare sulla montagna un’infinità di navicelle spaziali, quindi in fin dei contianche lui ha scartato i suoi simili… a voi le conclusioni.
Quando la fine della storia è stata svelata, abbiamo parlato tanto nel nostro “ Cerchio della verità” su questo fatto.
Abbiamo anche riso tanto, perché a tutti è venuta voglia di immaginare impresse impossibili e divertirci a risolverle insieme in modi buffi… però, quello sì, da ora in poi tutti insieme!!!!Vi posso garantire che dopo questa esperienza almeno una ventina di bambini sulla terra crede un po’ di più nel genere umano.
 
 Il nostro villaggio dietro alla montagna descritto egregiamente attraverso le immagini di Brughel, ha trovato il suo corrispondente contemporaneo in un giardino di Minneapolis…chi lo avrebbe detto!.
Vi lascio le prime righe della fiaba dove Acchiappaforme racconta come si era trovata inquello strano posto:
Mi trovai una volta in uno strano pianeta, era la prima volta che inseguivo la linea birichina e non sapevo bene dove mi stava portando. Precipitai su un bellissimo villaggio pieno di bambini. In una piazza c'era una imponente scultura: un grande cucchiaio con una ciliegia riposavano in mezzo a un lago. Una anziana seduta su una panchina riconobbe nei miei occhi la curiosità e ammirazione e mi raccontò la storia di quel fantastico luogo:Una volta tanto tempo fa Qualcun@ decise di creare questo pianeta. Lo riempì di acqua per dissetare la vita, di sole per riscaldare, di nuvole cotonate per riempire i laghi e poi acconsentì la esistenza di tanti e diversi esseriviventi che occuparono ogni angolo. Per dimostrare la grandezza della sua operamise una grande montagna in mezzo al tutto………..
Immagini di giardini: il Minneapolis Sculpture Garden
Un vero e proprio museo a cielo aperto in cui campeggia “Spoonbridge and Cherry” http://www.sologiardino.it/posts/282/immagini-di-giardini-il-minneapolis-sculpture-garden
Archivos para Cuentos de Alejandro Jodorowskyhttp://planetacuentos.wordpress.com/2009/11/26/los-tejados-estan-blancos-%C2%BFcuando-dejaran-de-estarlo/En un lugar en oriente, había una montaña muy alta y con su sombra tapaba la aldea. Y por ello los niños crecían raquíticos. Y una vez un viejo, el más viejo de todos, se va con una de esas cucharitas chinas de porcelana y sale de la aldea.
Y le dicen los otros:
-Adonde vas viejito.
-Voy a la montaña.
-Y a que vas.
-Voy a mover la montaña.
-Y con que las vas a mover.
-Con esta cucharita.
-Jajaja, Nunca podrás.
-Si, nunca podré, pero alguien tiene que comenzar a hacerlo.

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