Alessandra Calò. C’è ancora qualcuno che si lascia trasportare dal fascino del bianco e nero, della sua forza nel rappresentare ambientazioni noir, una delle passioni di Alessandra Calò. Fotografa. Sognatrice come tutti quei giovani talenti che passano per sushit. Nelle sue foto troviamo una vena drammatica che è impossibile non osservare, anzi, non vivere.
Qui vediamo alcune foto della sua ricerca “memoria perduta” , foto rubate da cimiteri monumentali, che fanno veramente pensare a quanto i nostri occhi non vedono…
E ora una breve intervista:
Alessandra, vogliamo sapere come è stato il tuo approccio alla fotografia:
Una vecchissima foto del 1980. Un viaggio a Firenze. Mi riscopro a soli 3 anni con una macchinetta fotografica di plastica rossa al collo…di quelle che fanno scorrere le immagini-souvenirs. Forse kitsch ( ma negli anni 80 tutto era ammesso ) ma sicuramente fondamentale: sono sempre stata attratta dalle immagini, dagli strumenti fotografici, dall’odore delle pellicole e della carta da stampa…
Non ho mai frequentato corsi ma ho sempre seguito i consigli di un fotografo: non bisogna vedere ma osservare e soprattutto bisogna visualizzare la foto dentro di sé prima ancora di scattarla.
Quando mi sono trasferita a Reggio Emilia, mi sono messa in gioco cercando di trasformare la passione in qualcosa di piu’ concreto. Il confronto con questa città ( che vanta artisti e fotografi al livello internazionale ) mi ha sicuramente aiutata a capire alcune dinamiche molto importanti: la fotografia deve andare oltre l’estetica, deve avere qualcosa da dire, deve suscitare interesse.
Come vedi la bellezza in quest’era di manipolazione digitale?
La bellezza è soggettiva.
Direi che qualsiasi cosa percepisco interiormente in maniera piacevole, mi da un sensazione che definirei di bellezza.
La manipolazione digitale… è una “operazione” sull’arte ma finchè non nuoce, non offende…potrebbe rientrare nel bello anch’essa!
Chi ti ispira maggiormente nei tuoi lavori?
Ci sono delle atmosfere che mi affascinano moltissimo e appartengono al mondo della fotografia e dell’arte figurativa in genere.
Tra i miei preferiti, le fotografie di Francesca Woodman, Irina Ionesco e Mario Giacomelli; le litografie e alcuni dipinti di Edvard Munch.
Questo non significa che il mio stile sia simile a quello degli artisti sopra citati.
I miei lavori – soprattutto se di ricerca e non di reportage – sono introspettivi e riflettono spesso le mie idee e sensazioni su determinati argomenti.
Qualche sogno nel cassetto? E cosa farai per realizzarli?
Mi piace moltissimo vivere alla giornata, senza programmi…Cosi ogni cosa che arriva si trasforma in una sorpresa meravigliosa ( o in un casino totale!)
Una domanda tecnica per i più nerd, cosa utilizzi per scattare?
Da sempre utilizzo Canon: analogica (EOS5) e digitale (400D) alle quali sostituisco gli obiettivi ( sempre Canon) in base alle mie esigenze.
Perchè fotografi?
per …”catturare” qualcosa della vita?
Non perdetevi la galleria!! E buona fortuna Alessandra!