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La situazione del Comune di Alessandria è drammatica: ha dovuto dichiarare il “dissesto”.
Un dissesto causato dal clientelismo: un buco di bilancio di 150 milioni di euri, un vero “disastro”.
Ci vorranno anni per “rimettere le cose a posto”: ora ad Alessandria comincerà “l’occupazione del comune” e uno scioero generale e i dipendenti prenderanno solo 700 euri al mese.
“In brandina” e “in piazza” contro il default: a inaugurare il letto pieghevole che da ieri è presente nell’ufficio del sindaco di Alessandria è stato uno degli assessori e stasera tocca al sindaco Rita Rossa. Un’occupazione permanente per lavorare a ciclo continuo sul risanamento dei conti.
Inoltre si chiede allo stato di pagare ciò che deve al Comune di Alessandria, ossia 5 milioni di euro che “serviranno per ripartire” secondo il sindaco.
Dopo il caso Sicilia ancora un altro caso di dissesto e di default: stavolta è protagonista Alessandria.
Quindi come vediamo i “mali” italiani producono conseguenze e si espandono dall’estremo Nord fino all’estremo Sud: una situazione alquanto “raccapricciante” che ci restituisce casi come quello del comune di Alessandria a cui si rimane senza parole, con tanto sconforto, dissenso e rabbia.
Il caso del comune di Alessandria è emblematico di tante “consuetudini” che provocano danni al quanto “irreparabili”: consuetudini che vanno “stroncate” ed “estirpate dalla radice”.
Il comune di Alessandria tra l’altro per recuperare soldi ha messo l’IMU al massimo come altre imposte del resto: perciò tutto “sulla pelle” dei cittadini come sempre succede mentre altri si sono arricchiti e rimangono impuniti per le loro “malefatte”.






