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Alessandro Assiri su “Bagnanti” di Renata Morresi – Giulio Perrone Editore, 2013

Creato il 09 gennaio 2014 da Wsf

renata_morresi_bagnanti

“La forma pubblica di un’isola” è questa la cifra del lavoro di Renata Morresi, quasi il rispecchio di quel momento storico dove il noi divenne io e da quell’io irriconoscibile non siamo ancora usciti.
Una strategia di linguaggio che asciuga anche quando esonda, assottiglia e lima con quella sapienza Calviniana del “si arriva a un punto che dobbiamo iniziare a togliere”.
Chiamano le cose, perchè chiamarci è l’unica cosa che possono fare, sta a noi ascoltarle o tentare di dirle, sta a noi far diventare i luoghi atteggiamento. Questa è la poesia della Morresi questo irrompere insurrezionale della partecipazione, questo esser testimoni comunque. E forse è proprio la testimonianza che riattribuisce una dignità agli spazi, alla frequentazione anche quando poeticamente possiamo solo sottrarre dettagli. Tutto l’impressionismo pittorico che ha ritratto e tematizzato Bagnanti ha consegnato qualcosa per lo sguardo, fosse pure per una mania voyeuristica dalla quale non ci si può esimere, o la profusione di forme immesse solo per farsi contemplare e a questo il lavoro di Morresi non si sottrae, anzi nell’osservazione si definisce, anche quando i bagnanti sono solo corpi che privati della dignità spalancano porte a una solidarieta melensa e falsa. Poesia civile? No, solo davvero la forma pubblica di un’isola che solo le parole possono raccontare.

di Alessandro Assiri

Alcuni testi dalla silloge:

*

in estinzione ma all’alba
risaliti gli ultimi stolidi
esemplari

sulle sabbie non passi

ma strusci di calli nudi
graffiati dallo stesso verso
come pelli –

partoriranno tutti
anche i vecchi

*

è che a forza di pensare all’Italia
siamo diventati un po’ Italia anche noi
mugola da scorza vecchissima
mugola mucosa
ulcerata dalla plastica

c’hanno visti con le altre nelle vasche
a Linosa all’ospedale
cinquanta chili o dieci o due di carapace
(le bambine più bruciate) in cura dalle piaghe
prega per dio non dal mare

*

…spiccava fra i corpi quello di una donna avvolta da una tunica di un fucsia sgargiante…non dimenticheremo mai quel luccichio fucsia diventato per noi un punto-nave per potere dare indicazioni alle motovedette e ripetere dei giri concentrici nella speranza di trovare qualcosa in movimento.

(Intervista agli elicotteristi Raffaele Signorelli e Daniele
Bissanti, Corriere della Sera, 8 Aprile 2011)

caduta nell’acqua sbocciata
aperta d’un tratto rotonda
come una medusa rosa
gola plena di camelia

caduta nel velo nel viola
signora delle tende
nella corrente
bandiera

*

Colleverde

All’ultimo piano 3 vani 2 bagni
soggiorno ampio con angolo cottura
panorama sulla valle momentanea
sospensione degli allacci possibile
ricavare altra stanza-studio poco
rumore dagli appartamenti – ma no
non m’oriento troppo vuoto troppo nord
un vento che il muro non sa confinare.

Renata Morresi traduce, scrive saggistica e poesia, insegna. Sue poesie sono apparse su varie antologie; la prima raccolta organica, uscita per peQuod nel 2010, è Cuore comune (Premio Metauro 2011). È nella redazione di vari lit-blog e riviste tra cui Nazione Indiana e punto critico°.


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