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ai miei amici, ho detto che..."
era un mantra che, anni fa, fuoriusciva dalle parrocchie e probabilmente rimbombava nella testa del giovane Alessandro, giovane figlio di uno dei mostri più sacri del cinema italiano, ormai pronto a camminare da solo, ed abbandonare le orme dell'ingombrante genitore.
E di sicuro non avrà avuto problemi a sfondare in questo nostro paese ancorato a tradizioni feudali di nepotismo estremo, un "figlio di" che, otretutto, è pure un fico della madonna.
Alessandro Gassman
Nato a metà anni'60 da una relazione del padre Vittorio con l'attrice francese Juliette Mayniel, questo statuario erede si è via via guadagnato una credibile reputazione di attore, una pressochè indiscutibile statura di sex symbol e, con le recenti pubblicità del Glen Grant, pure una vena di simpatia autoironica, che in tempi di deliri di ego boosting davvero non guasta.
E dire che certo non era partito bene, con il legame che pareva indissolubile con l'altro "figlio di" Gianmarco Tognazzi, in una sarabanda di film inutili serviti più che altro a dimostrare l'inadeguatezza dello stempiato erede del "Petomane", anche perchè evidentemente risucchiato dall'avvenenza del piccolo Gassman.
E qui, a fine anni'90 Alessandro prende il largo, da solo, dimenandosi abilmente fra pellicole che qualche assai audace campanilista definirebbe "d'autore" (Ozpetek, Moretti), fiction, spot pubblicitari e remunerativi quanto più che legittimi sfruttamenti delle grazie che la natura gli ha concesso.
Si sa, ogni tanto esiste qualche "figlio di" buono a qualcosa di più che a farsi solamente odiare.
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