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Alessandro Zannoni e il suo prossimo noir

Creato il 08 luglio 2011 da Paolo Franchini

Alessandro Zannoni e il suo prossimo noirDue battute due con l’autore di Imperfetto e Biondo 901 che ci parla di LE COSE DI CUI SONO CAPACE, il suo nuovo romanzo.

Una storia intrisa di Texas, alcol e brutti ceffi. La risposta italiana a Jim Thompson, strizzando un occhio ai fratelli Coen.

Alessandro Zannoni, se non l’avete capito, è pronto per tornare in libreria: accadrà il prossimo 24 agosto, in modo ancora più sporco, cattivo e audace del solito. Con un omaggio dissacrante e spericolato al racconto di frontiera americano.

Con questo romanzo fai un omaggio al racconto di frontiera americano, e al tempo stesso spingi la tua storia fino al parossismo, offrendo una visione critica di questo genere. Dicci davvero che ne pensi.

Questo è il romanzo più sovversivo che ho scritto.

Ho preso il noir americano e l’ho sabotato dall’interno, smontato pezzo per pezzo, scena dopo scena, dialogo dopo dialogo, e me lo sono mangiato e poi vomitato bello nuovo e luccicante. Tutto è così esasperatamente americano che non verrebbe mai in mente che questo romanzo intriso di Texas, alcol, deserto e puttane sia una feroce parodia del genere stesso a cui appartiene, ma che in realtà lo trascende e ne fa letteratura nera italiana.

Nick Corey è il nome del protagonista di Colpo di spugna di Jim Thompson. Quanto ti ha ispirato lo scrittore americano?

Il mio romanzo nasce come omaggio a Colpo di spugna di Thompson, e credetemi, non è una roba facile da ideare né da mettere nero su bianco; allo scopo, mi sono fatto aiutare: ho preso a prestito la visione dissacrante e ironica dei fratelli Coen e la rudezza cristallina di certe pagine di John Fante, e sono molto orgoglioso del risultato: si stacca dall’omaggio e diventa romanzo a sé stante, dove sono presenti tutti i temi cari alla mia produzione – amore, amicizia, destino, morte – ma in più ha preso il vigore della provocazione (per quei lettori che credono nella superiorità degli scrittori americani) e la forza della critica (a certi autori americani di qualità ma ormai troppo seriali e standardizzati).


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