LE BANDIERE
Drappi e amori napoletani, in attesa di Inni nazionali, più o meno riconosciuti come tali, che uniscono o dividono
Alcune mail scambiate a velocità supersonica con Modestino Picariello, anima del blog http://sirenapartenope.blogspot.com/ insieme a Simona Natalin Zanon e Barbara Ruggiero,ci hanno fatto riflettere sull'amore per Napoli e, chissà perché, la riflessione ha preso pieghe surreali, dilagando verso altre terre, altre culture, altre personalità. Più volte abbiamo detto che quando apparentemente si parla di altro troviamo sempre un legame solido con Napoli, giacché la stessa napoletanità è frutto non casuale, essendo radicata in una miriade di eventi storici. Tutto sommato è la sua natura di capitale di un regno che lo implica. Da ciò siamo giunte a visualizzare i simboli di queste terre e di ciò che ne fa la sostanza: tra questi ci sono le bandiere. Le abbiamo analizzate, con non poco sconcerto.
Eccole.
Esse sono: bandiere civili, di stato, di guerra. È bastato questo veloce rilievo per vedere sbandieratori accaniti che neppure le intemperie o le cannonate fermano o intimidiscono;solitari agitatori di aste e bande colorate dispersi tra campi di battaglia dopo lo sterminio o avanguardie di eserciti con i coltelli tra i denti, tutti pronti alla pugna; nuovamente aste e drappi bianchi: per la resa meno vergognosa possibile, magari con l'onore delle armi; il drappello, ovvero un manipolo di soldati caratterizzati da una striscia del drappo, sempre lo stesso, divenuto la loro insegna;
e poi, in ordine alfabetico per non sminuire il ruolo di nessun simbolo:
la cornetta, cioè la caratteristica bandiera con battente a due punte, usata a terra come insegna di comando per reparti di cavalleria e in mare per unità navali;
la fiamma, che talvolta è una bandiera navale, di forma molto allungata, generalmente triangolare, issata sull'albero maestro di una nave, distinta dai colori nazionali;
il gagliardetto, che è una bandiera di forma rettangolare con battente a due punte, usata sia come insegna o distintivo che come segnale;
il guidone, indubbiamente qualcosa che guida e, quindi, una bandiera triangolare, usata generalmente come segnale; l'origine la collega al piccolo stendardo usato dalle guide, appunto per allineare i soldati;
il pennello, che cancella i riferimenti al barbiere e ci sorprende divenendo una bandiera di forma trapezoidale;
e ancora: il piedigallo, bandiera di forma rettangolare con battente a tre punte; il quadretto e lo stendardo, entrambi bandiere, di forma generalmente quadrata, ma la prima adottata come insegna di comando sulle galere, dunque per segnalare la presenza di povera gente e forse, fino a prova contraria, di gentaglia; e la seconda come segnale di alte personalità.
Infine, le abbiamo osservate basite, si sono succedute varie serie di immagini, e forse nobilmente, abbiamo rivisto davanti agli occhi della mente: un piede che calciava e ha preso corpo Maradona; poi una trasmissione televisiva di cui ogni tanto ci raccontano: Bandiera Gialla; poi, riteniamo vada segnalato, si è profilato il trio comico e musicale Sorelle Bandiera, invenzione straordinaria fatta affermare, televisivamente parlando, in quella straordinaria trasmissione che fu L'altra domenica da quell'artista che è divenuto in qualche maniera, e non senza entusiasmi od obiezioni, napoletano verace: Renzo Arbore; poi, chissà perché, abbiamo visto una bandiera nera, con la testa da morto: quella dei pirati. E abbiamo iniziato a sentire una colonna musicale: quella di vari inni nazionali; nel tripudio di tamburi e fanfare abbiamo deciso di smettere di aver le traveggole. Di ciò, sia delle traveggole che degli inni, occorrerà scrivere. Prima o poi lo faremo.
Illustrazione: incisione; rappresentato è il pirata Stede Bonnet, con la sua bandiera.