Alex Schwarzer positivo all’EPO

Creato il 06 agosto 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Il CONI esclude per doping il campione di Pechino, risultato positivo all’antidoping.

La faccia da bravo ragazzo, la pubblicità delle merendine, quell’accento sudtirolese che non manca mai di suscitare qualche sorriso, l’impegno e la dedizione di chi sceglie uno sport di fatica e di pazienza: la cinquanta chilometri di marcia che nelle olimpiadi cinesi ha fregiato il Tricolore di un prezioso oro, appeso al collo di Alex Schwarzer.

E adesso una patina di ossido copre quel prezioso metallo, che per un atleta vale certo molto più di quanto si possa immaginare. L’atleta sudtirolese è stato trovato positivo all’eritropoietina, un ormone inserito nella lista proibita delle sostanze che possono alterare le performance sportive.

I controlli dell’autorità antidoping che si occupa della supervisione sugli atleti impegnati nelle competizioni olimpiche, ha colto con le mani nel sacco il campione altoatesino nel corso di un controllo tenutosi il 30 luglio: l’EPO non dà luogo a dubbi di sorta, la presenza di  questa sostanza in un liquido biologico indica inequivocabilmente una volontà dopante. Nessun colpo di scena possibile quindi, niente farmaci al cortisone o fantomatici shampoo contenenti nandrolone che possano scagionare il biondo italiano, già escluso dalla spedizione olimpica e umanamente distrutto da questa assurda vicenda.

Non ha cercato scuse di sorta Schwarzer: ha immediatamente ammesso le proprie responsabilità, dimostrando un senso della responsabilità molto teutonico. Voleva essere più forte, voleva correre di più, più a lungo ma per farlo ha scelto la strada peggiore, quella delle sostanze dopanti. Ha barato, ma lo ha ammesso senza accampare vergognose scuse, senza scagliarsi contro giustizie sportive o sollevando il fumus persecutionis.

No, Schwarzer non è certo come certi strapagati eroi del pallone che, quando vedono accostare il proprio nome ad indagini e scandali, entrano a gamba tesa su chi vuole provare a mantenere lo sport pulito e privo di condizionamenti esterni.

Schwarzer ha sbagliato, lo ha ammesso e pagherà. Teme per la propria carriera che considera ormai finita, sia per il clamore che la vicenda ha suscitato che per l’età.

Gli riconosciamo l’onore delle armi: molti eroi di tanti altri sport (calcio e ciclismo su tutti!) dovrebbero prendere esempio dal senso di responsabilità che l’atleta di Vipiteno ha mostrato in questa vicenda. Benché si sia macchiato di una colpa grave, ha mostrato più spirito olimpico di tanti altri campioni strapagati e malati di divismo. Ha creduto che il fine giustificasse i mezzi, ha capito sulla propria pelle che quella logica non paga.

Errare è umano ma riconoscere i propri errori è divino. Un augurio di cuore all’atleta, affinché possa imparare dai propri sbagli e tornare in pista più forte di prima.


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