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Alexander

Creato il 09 aprile 2013 da Misterjamesford
AlexanderRegia: Oliver StoneOrigine: USAAnno: 2004
Durata:
175'
La trama (con parole mie): formato da un'educazione seguita da Aristotele e dall'incontro tra la cultura sanguigna e violenta del padre Filippo e quella cospiratrice e mistica della madre Olimpiade, Alessandro fu uno dei più grandi conquistatori della Storia.Unificata la Grecia sotto il suo comando, partì per un'impresa al limite dell'impossibile più di trecento anni prima di Cristo: sconfiggere l'immenso impero persiano e spingersi oltre ogni confine, giungendo ai limiti del mondo conosciuto per trovarsi alla testa di un regno talmente vasto da intimidire perfino gli Dei che l'avrebbero benedetto.Il viaggio, le battaglie, la vita e la morte di uno dei più grandi geni militari e politici di tutti i tempi specchiate attraverso la sua lotta più dura: quella con se stesso.
Alexander
Ammetto, forse, di essere di parte, quando parlo di qualcosa che riguarda Alessandro Magno, uno dei miei personaggi storici favoriti di tutti i tempi: il giovane conquistatore macedone, con le sue imprese ed il coraggio, l'ego di dimensioni divine e gli squilibri passionali dei più scombinati degli uomini è da anni una delle mie "fisse", tanto da essere almeno parzialmente responsabile del fatto che uno dei due nomi del Fordino sia proprio Alessandro.
Il film di Stone, che ai tempi attendevo con un hype pazzesco, massacrato spesso e volentieri dalla critica e sicuramente traboccante di difetti è e resta, infatti, uno dei miei guilty pleasures nell'ambito del Cinema epico - che, comunque, finisce sempre per conquistarmi, da Braveheart a Il gladiatore, passando per Il signore degli anelli -, e non ho contato una sua visione senza che l'emozione mi abbia travolto in un crescendo che bilancia la decisamente poco interessante prima parte con una seconda visivamente splendida ed emotivamente larger than life, legata al progressivo allontanarsi di Alessandro dai concetti ellenici che l'avevano formato per una visione cosmopolita ed avveniristica del mondo, nonchè al desiderio sempre più impellente del sovrano di continuare a trovare confini da valicare, in un'eterna lotta con la Terra e le sue Colonne d'Ercole, se stesso e gli dei che avevano creato entrambi.
Proprio il delirio di conquista del giovane guerriero alimenta ad ogni visione la capacità del sottoscritto di andare oltre le parti dedicate alla sua giovinezza - abbozzate e quasi televisive - e alla Grecia per concentrarsi sul grande viaggio che condusse il suo "regno in movimento" da Babilonia fino alle pendici dell'Himalaya, e poi a Sud, nel cuore dell'India, inseguendo un sogno che molti dei luogotenenti dell'irrequieto monarca giudicavano folle ed incomprensibile: probabilmente lo stesso Stone ha subito la fascinazione del processo di "imbarbarimento" di Alessandro, partendo da una messa in scena nitida e dai colori pastello ad una filtrata da un velo rosso come il sangue e la passione, che finisce per tingere la splendida battaglia che vede l'ormai stremato - nella mente, oltre che nel corpo - esercito macedone opporsi agli elefanti guidati dai misteriosi sovrani delle tribù della Valle dell'Indo, un mondo che, ai tempi, era l'equivalente di un pianeta remoto da piena fantascienza oggi.
La realizzazione di un progetto indubbiamente enorme, dunque, vive una sorta di doppia natura - e risultato - raccordata dalla narrazione esterna di un invecchiato Tolomeo, tra i luogotenenti più fidati di Alessandro che si divisero il regno alla sua morte, avvenuta a Babilonia, quando il grande condottiero, appena trentatreenne, progettava una nuova campagna che avrebbe condotto i suoi eserciti in Arabia, di nuovo alla ricerca di limiti del mondo da valicare: in questo senso il regista è senza dubbio stato in grado di inquadrare alla grande il carattere votato alla grandiosità di Alessandro Magno, pronto a sacrificare tutto - dalla sua vita a quella dei suoi uomini, come nel celebre episodio che lo vide uccidere il fedelissimo Clito, già braccio destro del padre Filippo, in un impeto d'ira - pur di realizzare quello che mai prima d'allora era stato compiuto - e neppure in seguito, oserei dire -, raccogliendo l'eredità dei due più grandi imperi dei tempi e trasformandoli in un'unica realtà di sangue e cultura mescolate in un calderone che, millenni dopo, avrebbe assunto le sembianze di un "melting pot" ai giorni nostri globalizzato.
Forse l'idea di Alessandro è giunta troppo presto, e forse anche Stone ha finito per forzare la mano finendo per trasformare quello che poteva essere il suo Capolavoro in un un abbozzato carrozzone dalle ambizioni assolutamente più alte dell'effettiva loro portata.
Io, comunque, continuo a considerare questo lavoro straordinariamente affascinante anche nelle sue parti meno riuscite, e a preferire alla Grecia patinata della Jolie e di Farrell ossigenato e sbarbato il grande Oriente dei capelli lunghi e zozzi e di una Rosario Dawson di una bellezza straripante.
Forse perchè anche io non ho mai amato i confini, o forse perchè dentro posso capire il desiderio che animava i folli sogni di questo personaggio così oltre: il vecchio Tolomeo di Hopkins afferma che Alessandro è stato il più grande, anche negli errori, essi stessi in grado di superare i successi più incredibili di chi gli stava accanto.
Oliver Stone ha commesso parecchi errori, realizzando questo film.
Ma ha centrato lo spirito del suo indiscusso ed indiscutibile protagonista.
E questo insuccesso è senza dubbio preferibile ad una più convenzionale approvazione "accademica".
MrFord
"I'm breaking through
I'm bending spoons
I'm keeping flowers in full bloom
I'm looking for answers from the great beyond."R. E. M. - "The great beyond" -

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