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Alexandra – Aleksandr Sokurov

Creato il 03 novembre 2011 da Maxscorda @MaxScorda

3 novembre 2011 di Lascia un commento

Alexandra
In "Elegia della vita", Sokurov si innamoro’ di Galina Vishnevskaya e lo disse apertamente, filmo’ il suo sguardo mentre ne rimaneva affascinato, ipnotizzato nell’estasi rivelatrice di colei che ben incarnava la figura piu’ nobile ed alta dell’essere donna fatta di sangue e passione eppure senza contraddizione, arte e pensiero.
Rostropovich il marito, mori’ l’anno dell’uscita del film e chi ha conosciuto la storia dei due non puo’ non pensare a lei, ai suoi occhi, al suo dolore e nel contempo al suo personaggio all’interno del film, una nonna di un soldato che combatte in Cecenia.
"- Hai un odore cosi’ buono. Profumi come a volte profumano gli uomini.
- Le donne sono tutte uguali…
- Perche’ tutti gli uomini sono meravigliosi."
Nel dialogo di una delle sequenze piu’ intense dell’intera storia del cinema, l’amore di una nonna per suo nipote che in senso piu’ ampio e’ il significato dell’Amore, la sola ragione per cui vivere non e’ solo un’esigenza genetica.
Sovente la nonna e’ la madre come dovrebbe essere, come ci aspettiamo che debba essere, la nonna e’ la donna al massimo della sua bellezza. E’ la sola a poter dire "devi essere un uomo forte" laddove una madre direbbe "stai attento e proteggiti", perche’ ella sa che il tempo e’ un nemico che ci pretende preparati e vigili, attenti e scaltri.
Le nonne sono di tutti e a tutti appartengono perche’ loro hanno superato il concetto della carne senza dimenticarlo e abbracciano l’intera umanita’ come dee immortali ed onnipotenti perche’ le nonne non ci lasciano e anche quando dovesse avvenire, altre nonne saranno li’ da qualche parte a cucire, a fare qualcosa da mangiare, con qualche soldo in una mano, a scrivere faticosamente un biglietto d’auguri con l’altra.
I nonni spargono nella progenie il sangue ma le nonne sentono la vita e la sentono ovunque, in chiunque e cosi’ e’ Alexandra, dolce e severa col nipote capitano ma allo stesso modo lo e’ con i suoi superiori come con in sottoposti.
"A che serve essere cattivi. Gli uomini possono essere nemici, noi donne ci sentiamo subito sorelle"
Alexandra la nonna, non puo’ avere paura perche’ senza di lei il mondo crollerebbe, quei ragazzi perderebbero il senso della loro battaglia, il ricordo di una casa che non deve mai essere troppo lontana, sepolta nei ricordi e nei morti eppure lei non giudica o almeno non lo fa nei termini di giusto o sbagliato ma di vita e di morte, di vita e qualita’ della vita e il suo cibo e’ invero cibo per ragazzi estranei ma non di meno suoi nipoti, creature da abbracciare e sostenere in ogni modo possibile, come un campo di grano, come un fiume pulito.
Lo stolto vedra’ un film che parla di guerra ma sbaglia perche’ e’ un atto d’amore per la Vishnevskaya come donna e come simbolo di una femminilita’ che da sola basta a giustificare il bisogno sublime di vivere.
Un saluto a mia nonna, sempre piu’ vicina a divenire una dea.

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