Roma 29 dicembre 2013
Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo la sua meraviglia li mantiene sospesi,
la sua piccola mano li fa alzare,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero di orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare
la parola “aeronautica”
ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze
ma lui è la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino
appiccicato ai vetri,
vicino agli altoparlanti, dovunque si annidi
la paura.
Grazie a lui causerà meno lacrime il rientro di tutti,
soffrirà meno baci l’addio delle madri
e le hostess potranno evitare avvisi insulsi.
Un aeroplano nell’aria
sono molti bambini che guardano l’orizzonte.
Improvvisatore di strofe popolari cantate, Alexis Diaz Pimienta, è scrittore di racconti, che pubblica con il titolo Los visitantes del sabado e di poesie raccolte nei volumi Cuarto de Mala Musica, En Almeria casi nunca llueve, La sexta cara del dado e Pasejero de transito.
A domani
Lié Larousse