“Vertigo“, in Italia intitolato “La Donna Che Visse Due Volte“, è un thriller diretto da Alfred Hitchcock nel 1958, e considerato tra le opere massime del regista inglese.
Alfred Hitchcock (Leytonstone 1899-Los Angeles 1980) è tra i più grandi registi della storia del cinema, e in particolare del genere giallo, ma anche con toni più vicini al thriller. Già dal 1922 dirige diversi Film in Gran Bretagna, dove con l’arrivo del sonoro riesce a realizzare anche opere che già sono capolavori, come “L’Uomo che sapeva troppo” nel 1934, di cui poi realizzerà un remake nel 1956; proprio il successo ottenuto in Gran Bretagna lo porta in America, dove a partire da “Rebecca,la prima moglie” del 1940 otterrà grandi riconoscimenti, con film come “Notorius, l‘ amante perduta”, “Il Delitto Perfetto”, “Caccia al ladro”, “Intrigo Internazionale”, “Psyco” e altri verrà consacrato come uno dei più grandi registi.
“Vertigo” fa parte dei capolavori di Alfred Hitchcock. Vede come protagonisti James Stewart e Kim Novak, che erano tra gli attori più importanti di Hollywood. James Stewart è infatti uno degli attori preferiti di Hitchcock, che lo dirige in quattro suoi Film, oltre che uno dei più grandi attori del cinema americano. Kim Novak è uno dei volti più affascinanti di Hollywood, e viene scelta da Hitchcock dopo un’attenta selezione.
Il Film è tratto dal romanzo “D’Entre Les Morts” di Pierre Boileau e Tomas Narcejac, e Hitchcock lo adatta raccontando la storia del Detective John Ferguson, Scottie per gli amici, che durante l’ inseguimento ad un ladro per i tetti di San Francisco assiste alla morte di un collega poliziotto, che nel tentativo di aiutare Scottie, che stava per cadere da un grattacielo ,finisce giù e muore. Ciò provoca uno stato di sofferenza e di vertigine a Scottie, che vede il collega precipitare nel vuoto. Scottie è costretto a ritirarsi dal servizio.
Passato il periodo di riposo, insieme all’amica Midge, una disegnatrice di moda, interpretata da Barbara Bel Geddes, Scottie viene chiamato da un amico, Gavin Elster (Tom Helmore), industriale del settore navale, che gli chiede di indagare sulla moglie, Madeleine, che vede strana da qualche tempo e teme possa correre dei pericoli. Madeleine infatti si vuole impersonare in Carlotta Valdes, sua antenata che morì suicida alla stessa età che ha ora la donna. Scottie comincia a seguire Madeleine per le strade di San Francisco, dai luoghi più normali a un museo, dove appare il ritratto di Carlotta Valdes, che somiglia molto alla donna, a un cimitero dove è sepolta l’antenata, a un albergo, fino alla baia di San Francisco, dove Madeleine si getta in acqua ma viene salvata in tempo da Scottie. Da qua comincia il rapporto tra i due: Scottie infatti comprende la paura di Madeleine; e crede che lei possa davvero tentare di ripetere il destino di Carlotta, ma conosce anche una donna in preda alla sua solitudine. Nasce una storia tra i due, che culminerà alla visita a un antico Monastero Spagnolo tipico della California, dove Scottie non riesce a fermare Madeleine, che sale su un campanile in cui Scottie si ferma a metà, perché le scale gli provocano le vertigini di cui soffre e vede cadere nel vuoto Madeleine, che quindi muore.
E qui finisce la prima parte della storia, ed è doveroso parlare della particolare tecnica usata da Alfred Hitchcock. Infatti, dopo averlo accenato nella scena iniziale, quando Scottie rimane appeso al tetto del grattacielo, qui il detective rivive le vertigini sulle scale del campanile, e Hitchcock ci fa vivere le stesse sensazioni, con uno zoom contemporaneo al carrello della macchina da presa che va indietro creando perciò un effetto unico e nuovo; lo zoom era infatti stato introdotto da poco nel cinema, ma Hitchcock coglie subito quale può essere il modo migliore per sfruttarlo e rende l’idea di ciò che prova Scottie sulle scale.
Scottie viene messo a giudizio, in cui si accerta che Madeleine si è suicidata, scagionandolo, ma il giudice (Henry Jones) nella sua sentenza sottolinea in modo insensibile l’incapacità di Scottie di salvare Madeleine a causa delle vertigini che l’hanno fermato sulle scale; questo provoca un senso di colpa in Scottie che cade in depressione e viene portato in una clinica psichiatrica.
E qui entra in scena un’altra idea geniale di Hitchcock. Scottie è vittima di un incubo che si ripete, che ci viene narrato da Alfred Hitchcock in una sequenza dove appare il volto atterrito di Scottie sullo sfondo di vari colori, intervallato dalla figura di Carlotta Valdes, e da lui stesso che alla fine precipita come vinto dalla vertigine, ed è qui che Scottie si sveglia preso dal panico e dal rimorso.
Midge è l’unica che cerca di fare uscire Scottie da questo stato di paura e rimpianto. Lei è infatti innamorata di Scottie, che però l’ ha considerata da sempre solo come un’ amica.
Dopo qualche tempo, Scottie esce dalla clinica. Apparentemente guarito, cerca di tornare alla sua vita, fino a quando non incontra una ragazza in un negozio, Judy Barton, che somiglia in un modo eccezionale a Madeleine; Scottie la conosce e cerca di instaurare un’ amicizia con la ragazza, che gli rimembra in tutto la figura di Madeleine, la donna che lui amava.
Dopo qualche tempo, Judy decide però di abbandonare Scottie e la città, con una lettera che scrive in preda all’angoscia. E qui Hitchcock ci svela il mistero, a differenza del libro dove tutto è scoperto alla fine: Judy è Madeleine, o meglio la Controfigura di essa, che in realtà è davvero morta nel campanile, uccisa da Gavin Elster, il marito; Hitchcock ci fa rivivere la scena in cui Scottie infatti si ferma a metà delle scale in preda alla vertigine, con Judy che vestita da Madeleine sale fino in cima, dove Elster tiene bloccata la moglie vestita come Judy e la butta giù uccidendola. Elster sapeva della paura di Scottie e che non sarebbe mai stato in grado di raggiungere la cima, come era sicuro che avrebbe seguito Madeleine ovunque: ma in realtà aveva seguito Judy che complice di Elster porta a termine il suo compito.
Judy però decide alla fine di non partire e di rimanere a San Francisco: anche lei amava Scottie, che però si era innamorato della figura di Madeleine.
La maggior parte della critica non comprese il motivo per cui Hitchcock svela prima del finale la verità,a differenza del Romanzo: in realtà il regista non vuole porre l’attenzione tanto sul giallo, ma sul tema del doppio, cioè di uno stesso personaggio che vive due volte e del tentativo di Scottie di fare vivere quello stesso personaggio e trasformare una persona viva in una già vissuta. Le paure di Scottie vengono messe in risalto, ma anche il suo tentativo di guarire dalle stesse; egli è entrato in una spirale dalla quale vuole uscire. Questo aspetto è stato introdotto poi già dai titoli di testa, dove le animazioni precisamente a forma di spirale di Sam Bass ci fanno intuire il tema del Film.
Ma Scottie vuole portare in fondo la sua idea: compra vestiti per Judy, gioielli, la porta fuori a cena, e forse se ne innamora, quando una sera, nella camera d’albergo dove vive Judy, lei indossa un abito che proprio la fa somigliare al massimo a Madeleine, sullo sfondo delle luci intermittenti che provengono dalla finestra, che contemporaneamente portano a pensare ai colori che sognava nei suoi incubi Scottie e alla trasformazione finale di Judy in Madeleine. Scottie abbraccia Judy e Hitchcock segue la scena con un giro della macchina da presa a 360° accompagnato dal tema scritto da Bernard Herrman, il compositore che scrisse per Hitchcock le musiche di tanti film, che qui alterna temi d’amore a altri con ritmo più sostenuto nelle scene di tensione, scandendo gli incubi di Scottie alle paure che prova durante gli attacchi di vertigine.
Ma Scottie nota un particolare: la collana indossata da Judy è simile a quella indossata da Carlotta Valdes nel quadro che Madeleine andava a vedere nel museo. Probabilmente fa parte della ricompensa di Elster. Ed è qui che Scottie si rende conto dell’inganno di cui è stato incolpevole protagonista.
Chiede così un ultimo sforzo a Judy: deve seguirlo fino al Monastero Spagnolo dove è morta Madeleine. Judy, che sperava di aver fatto dimenticare Madeleine a Scottie, che avrebbe potuto amare lei come la persona che era, comprende che forse Scottie ha capito tutto. Infatti, arrivati al Monastero, lui la porta fino in cima, e le svela poi che ha capito l’inganno, che la ragazza confessa. Scottie, nel salire le scale, è ancora preda alle vertigini, che Hitchcock poi ci racconta ancora col sistema dello zoom e carrello indietro, ma riesce ad arrivare fino alla fine. Qui, forse per un attimo, riesce a perdonare Judy, ma l’ arrivo di una figura scura mette paura a Judy che cade giù dal campanile e muore, proprio poi come Madeleine. E’ Una Suora, che era accorsa per vedere cosa stesse accadendo. Scottie ha forse vinto le sue paure e la vertigine, ma perde un’altra volta la donna che amava così tanto.
Vertigo è stato compreso a distanza di tempo dai critici, che in un primo momento videro come qualcosa di stravolgente la tecnica usata da Alfred Hitchcock e il tema psicologico del Film, salvo poi riconoscere come questo sia uno dei capolavori di Hitchcock e della storia del cinema. E una tecnica assolutamente innovativa e la complessità dei personaggi sono ancora di esempio per molti registi.