Sul “Telegraph” di qualche mese fa, ad esempio, un articolo è stato intitolato così: «Alfred Russel Wallace, l’uomo che anticipò Darwin». Su TuttoScienze di qualche giorno fa, invece, un titolo ancora più intraprendente: «È ora di celebrare Wallace il genio che Darwin schiacciò». L’autore è lo storico Richard Newbury il quale a sua volta ribadisce: «Wallace non aveva idea che Darwin avrebbe reso pubblica la sua “Legge di Ternate” sulla tendenza degli organismi a progredire senza limiti temporali rispetto al prototipo: in altre parole era il nocciolo della futura “Origine delle specie”. Ma se Wallace avesse mandato il suo saggio direttamente alla rivista “Annals and Magazine of Natural History”, si sarebbe imposta – come Darwin, Lyell e Hooker temevano – la Teoria dell’Evoluzione di Wallace e il Wallaismo». Il saggio di Wallace è infatti datato agosto 1858, mentre «L’origine delle specie» uscì nel dicembre 1859.
Su Panorama invece è comparsa una recensione del libro “Darwin deleted” di Peter J. Bowler, storico della biologia, il quale ha spiegato come, anche senza Darwin, la scienza sarebbe comunque arrivata alle sue (e di Wallace!) stesse conclusioni. Tuttavia, senza Darwin e con un’altra legge evolutiva, l’autore si è chiesto se l’umanità si sarebbe almeno risparmiata la nascita del materialismo, del “darwinismo sociale” e dell’ateismo. La risposta è stata “no”, perché nonostante sia indubbia l’influenza del darwinismo e il seguente “darwinismo sociale”, sull’esplosione di un’ondata di razzismo durante gli anni ’30 e ’40 del 900, «io credo che un mondo nel quale Darwin non avesse scritto “L’origine delle specie” avrebbe provato più o meno le stesse esperienze di storia sociale e culturale. Il razzismo e le varie ideologie individualistiche, e i violenti conflitti nazionali che ne sono seguiti, sarebbero “fioriti” nello stesso modo e avrebbero trovato altre giustificazioni scientifiche in teorie rivali, ovvero le idee dell’evoluzione non darwiniana», scrive Bowler.
La scienza, secondo lo studioso, «è separata dalla matrice sociale nella quale si sviluppa» e in un modo o nell’altro le idee scientifiche sarebbero state comunque estrapolate dal loro contesto per legittimare la causa ateista e riduzionista. «Tutta la mia argomentazione tende nella direzione di un Creatore, anche se lo scopo dei miei studi sul posto dell’uomo nell’universo è stato puramente scientifico, non religioso», così diceva Alfred Russel Wallace. Forse però, se lui avesse inviato il suo lavoro ad una rivista scientifica al posto che a Charles Darwin, oggi forse molti sarebbero più restii ad usare la teoria dell’evoluzione come clava contro le persone di fede religiosa.