Carnevale di Viareggio 1929 – Luna Park di A.D’Arliano – 1° premio carri di prima categoria
Quell’anno D’Arliano aveva costruito il baraccone in passeggiata e precisamente tra il bazar del 48 e l’Eden. Lavorava anche alla sera, ma ad una cert’ora s’infilava il cappotto sopra la tuta sporca di gesso e di colori, prendeva la bicicletta e, prima di andare a letto, si recava a bere un bicchiere di vino al Bar dell’ “Attopato” in via Vespucci, nei paraggi di Villa Rigutti.
Il Bar dell’ “Attopato” era un bar sui generis: frequentato fino alle ore piccole da carristi squattrinati e da fans del carnevale; vi si accendevano discussioni a non finire e vi ci si fa cevano scommesse a base di poncini. I clienti erano molti, ma pochi pagavano le consumazioni; i più nell’andarsene passando al banco, dicevano al padrone: “Segna”.
[…] Nei pressi del suddetto bar, vicino a Villa Rigutti, guido Baroni aveva il suo capannone con dentro il carro in costruzione “Il padiglione delle meraviglie”.
Il Baroni era molto preoccupato per quel carro. Aveva ingaggiato un artista abbastanza capace della modellatura della carta, il quale dopo aver fatto la parte architettonica del carro e due mascheroni, gli aveva lasciato da finire la figura dell’atleta a causa di una improvvisa malattia.
[…] Tono, che come ho detto, tutte le sere sul tardi si recava al bar dell’Attopato non mancava mai di andare a dare una sbirciata di nascosto di tra le tavole del baraccone del Baroni e vedeva che la figura dell’atleta in atto di sollevare una sbarra con due enormi palle alle estremità, era sempre allo stesso punto di lavorazione nonostante che il corso fosse imminente.
[…] Il Baroni ora si tormentava sempre più. Cercava di fare da sé ma non era capace. Pur essendo un bravo organizzatore non aveva mai provato a modellare. E seguitava a cercare chi poteva aiutarlo, senza trovare nessuno.
Una mattina, prima del far del giorno, un conoscente del Baroni, passando nei pressi del baraccone di Guido, sentì dei rumori che provenivano da dentro. Si fermò insospettito e vide uscire furtivamente da un apertura del capannone due individui. Pensando che quelli fossero andati là per danneggiare il Carro, poiché il fanatismo per i diversi costruttori portava anche a tanto, corse di volata a casa del Baroni e qui giunto cominciò a batter forti colpi alla porta.
“O Guido c’è gente al baraccone… ti rovinano il Carro!”
Il Baroni scese alla svelta giù nella strada e mezzo vestito e infreddolito s’affrettò con l’altro verso il baraccone sbraitando: “Quel carro lì è nato male… mi dà sempre dei dispiaceri… ma quest’altr’anno non ne faccio più di carri!”
Appena arrivati, con la mano tremante, aprì il lucchetto e spinse con un calcio la porticina.
“Chi va là!…”
Silenzio assoluto. Il Baroni accende la luce pieno di neri presentimenti e vede…
L’Atleta, che aveva lasciato tutto in fil di ferro e legno era là completamente finito: massiccio e potente con tutta la sua muscolatura tesa per lo sforzo.
Il Baroni rimase lì senza parola, poi guardò in viso l’altro e cominciò a singhiozzare dalla contentezza e dalla sorpresa.
Carnevale di Viareggio 1929 – Padiglione delle meraviglie di G.Baroni – 1° premio carri seconda categoria
Quella stessa mattina Tono D’Arliano e il suo impastino Tommaso, restarono a letto fino quasi a mezzogiorno. Per fare un bella sorpresa al buon Guido, avevano lavorato tutta la notte nel suo baraccone dove erano entrati schiodando un paio di tavole.
( Alfredo Morescalchi, Ricordi di un carnevalaro, pag.70/72 – La Nuova Europa, 1981 )
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