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Algeria al voto per le legislative: continuità o innovazione?

Creato il 10 maggio 2012 da Marianna06

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Oggi il popolo d’Algeria va alle urne. Si tratta di circa 24 milioni di cittadini, che devono scegliere i loro rappresentanti tra 44 formazioni politiche,storiche e nuove, e dieci liste indipendenti.

Tra i candidati le donne, nella nuova Algeria, sono 7646.

Dei 44 partiti 23 risultano essere proprio nuovi di zecca e i seggi in parlamento sono 462 per un totale di 25800 candidati.

L’ interrogativo è se si tratterà del solito voto pilotato in partenza, e quindi già annunciato, o esiste una minima speranza che qualcosa possa stavolta cambiare, sul serio sulla scia delle “famose” primavere arabe, che però, com’ è noto, qualche delusione l’hanno comunque prodotta rispetto alle attese della gente comune.

Le aspettative, ed è giusto e normale, in tutta l’Algeria ci sono.

Molti giovani, infatti, quasi tutti studenti, in un Paese dove povertà e disoccupazione sono terribili autentiche realtà,  sul cambiamento ci contano. E per questo si sono da tempo impegnati e continuano a lottare, magari  ricorrendo anche al tam-tam sui net-work, che altrove  un qualche frutto l’ha già dato.

Altri, invece, uomini e donne indifferentemente,  soprattutto quelli più avanti negli anni che fanno i conti giornalieri con la propria talora insostenibile precarietà, specie se padri di famiglia e mamme, sono più scoraggiati e ventilano l’astensionismo dalle urne.

Nel 2007 addirittura solo il 37% degli aventi diritto andò effettivamente a votare.

E’ probabile che i partiti islamici possano affermarsi e sarebbe la prima volta dall’indipendenza dell’Algeria dalla Francia.

La posta in gioco è comunque alta e per questo osservatori dell’Unione europea, Onu, Unione Africana e Lega araba, così come  quelli di alcune Ong internazionali faranno il  loro controllo perché queste votazioni si svolgano con regolarità.

E auguriamoci che essi riescano soprattutto in nome di una democrazia, di cui l’Algeria sente  davvero un forte bisogno unitamente ad una progettualità reale e traducibile in fatti concreti.

Ad alimentare una certa prospettiva di un cambiamento, al di là della nota presenza dei partiti islamici e del più che rodato FNL,al potere dal ’62, fa ben sperare anche il Fronte delle forze socialiste (Ffs), che si é presentato con i propri candidati dopo anni di assenza.

Attendiamo domani e incrociamo le dita.

Un'Algeria democratica e con una "marcia" in più è senz'altro qualcosa  di positivo anche per gli altri Paesi del Mediterraneo. Italia inclusa.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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