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ALI E CORAZZA - di Daniele Trovato

Creato il 29 febbraio 2012 da Ilibri
ALI E CORAZZA - di Daniele Trovato ALI E CORAZZA - di Daniele Trovato

Titolo: Ali e corazza
Autore: Daniele Trovato
Editore: Autodafé
Anno: 2011

Un esordio di cui Daniele Trovato può andare ben fiero. Consiglio il suo libro e lo avrei consigliato anche se ne avessi interrotto la lettura dopo sole dieci pagine, perché sin da subito è facile capire che ci si trova davanti a un testo di qualità.

Si tratta di un romanzo breve e profondamente umano, che affronta temi talvolta anche inflazionati, senza però mai scadere nel buonismo, o peggio ancora nel moralismo spicciolo.

Angela, la protagonista, è un personaggio ricco e ben modellato. Ciò che colpisce, in “Ali e corazza”, è infatti soprattutto l’incisività dello stile, unita alla ricercatezza del linguaggio. L’autore non vuole stupire: è semplicemente elegante, e per questo la sua penna riesce sempre a conservare la profondità psicologica necessaria a farci comprendere e compenetrare, ma senza eccessi, una storia dai colori torvi che è anche un ritratto cinico e disincantato della nostra società.

La prepotenza del potere, l’ambizione sfrenata, l’accettazione, il pregiudizio, la noia, la violenza, l’oblio dei sensi, i segreti della gente cosiddetta perbene… Tutti spunti che non conducono mai alla polemica e non si perdono nel luogo comune, ma accompagnano la narrazione con estrema naturalezza.

Soffre, Angela. Soffre e si ribella, e noi con lei, nella fuga disperata da un male che non può avere un solo nome o un solo volto.

Lui si chiama Valerio, ed è l’assenza più importante nella mia vita: il suo non esserci riempie le mie giornate. Le attese sorde e interminabili, i sussulti a ogni trillo del telefono e le notti solitarie sono da anni la misura del mio tempo, il metro delle mie emozioni. Le sue frettolose incursioni, come quella di stasera, rappresentano il baricentro instabile e precario della mia esistenza. Ogni mia sicurezza, spavalderia, conquista o nuova infatuazione svaniscono a una sua chiamata. Tutto il resto, anche ciò che mi convinco abbia per me maggior valore, diventa sfondo, paesaggio immobile, sogno distratto davanti alla realtà vivida dei nostri incontri.

Io l’ho odiato, l’ho insultato, l’ho persino aggredito come un animale ferito e rabbioso; ma mai, mai mi è capitato di rifiutarlo”.

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