Titolo: Alice nel paese della Vaporità
Autore: Francesco Dimitri
Editore: TEADUE
Prima edizione: 5 luglio 2012
Pagine: 280
Prezzo: Brossura - € 8,90
L'effetto è quello di allucinazione, estraniante. Le prime pagine, davvero, risultano stordenti. L'impressione è quella di aver iniziato due, forse anche tre, libri diversi passando dall'uno all'altro dopo un paio di pagine. Naturalmente non ci vuole molto a capire che di storie diverse si tratta: in Alice nel paese della Vaporità sono narrati due racconti, quello di Alice e quello di Ben. Inutile dire che sono storie legate tra loro, molto più di quanto si potrebbe immaginare.
Il problema è capire quale delle due appartenga alla realtà (a;lmeno per me lo è stato), ma in fondo il gioco è proprio questo: Realtà, Fantasia, Allucinazione. E se volete un consiglio, uno buono, di quelli che darebbe il monaco Miyamoto, "lasciatevi andare".
In caso contrario, il rischio è di trovare il romanzo contorto e pesante. Io, però, mi sono lasciata convincere da Alice a partire; non mi è mai interessato davvero molto di Ben.
Alice vive in una Londra diversa da quella che conosciamo, collocata in un'epoca che, in parte, ricorda quella vittoriana, ma popolata di tecnologie (c;omputer, steamgusci, …) a vapore. Ha ventinove anni, è un'antropologa, ma si annoia. Anzi, la sua è una noia dell'anima. Così prende la decisione di lanciarsi da un pallone aerostatico, oltre i muri che circondano Londra. Si tuffa e cade, attraverso la Vaporità, nella Steamland che, in sintesi, è tutta la regione che circonda la città. La Vaporità non è il vapore, ma il prodotto di scarico delle Antiche Tecnologie che mandano avanti la città e, ovviamente, viene gettato nella Steamland. La Vaporità si può cavalcare, ma è anche un allucinogeno: distorce le percezioni, muta la realtà continuamente. Inoltre, produce anche mutazioni corporee tali che gli abitanti della Steamland non sono umani, ma mutanti e (brutta parola, in alcuni casi) mostri.
Il primo tra questi è Chesy, il Diavolo dei Crocicchi. Egli appare e scompare pezzo per pezzo: dapprima è voce, poi ghigno, stivali, poncho e cappello. Vi ricorda qualcuno? Certo, il gatto del Cheshire, quello con cui l'Alice di Carroll scambia due chiacchiere. Anche la "nostra" Alice parla con Chesy e spesso, precisamente ogni volta che deve prendere una decisione. Le analogie con il romanzo di Carroll sono molte e sostenute egregiamente e con originalità fino alla fine. C'è persino il Coniglio; poteva mancare? Solo che questo Coniglio è un Mostro con la "M" maiuscola. Ogni suo movimento è violenza, le lunghe orecchie sono l'odore della Macchina della morte al servizio della Regina.
La Steamland è in pericolo o, forse c'è in gioco di più? È questo il motivo per cui Alice ha bisogno di Ben. Ben vive nella Londra di oggi. Legge manoscritti per lavoro e una notte si trova a leggere proprio questo romanzo: "Alice nel paese della Vaporità". Lascio a voi il piacere di scoprire gli altri nessi e svelare i misteri della storia.
Ho amato il tono solenne, tipico delle favole, e le descrizioni sinestetiche. Voluto o meno che fosse, ho apprezzato l'effetto allucinogeno delle prime pagine perché mi ha aiutato a immergermi più facilmente nella storia. Una pecca è forse il tono troppo crudo di alcuni passaggi finali che non ho trovato in sintonia con il resto del racconto, ma non è una cosa su cui non si possa sorvolare e d'altra parte è molto soggettiva.
Mentre leggevo il romanzo di Dimitri, ho pensato più di una volta di volerlo rileggere: sono convinta che abbia in serbo di più di quello che ho colto in questo frangente della mia vita, anche se sufficiente a farmelo apprezzare. Ci sono storie che fanno pensare, riflettere, che spingono a guardare, sentire, annusare il mondo in modo diverso, sotto altri Aspetti e Alice (mi concedo il privilegio di contrarre così il titolo) è una di queste.
Grazie a un gelato, due passi e un'amica.