Alice nel paese della vaporità
di Francesco Dimitri
Serie: //
Edito da: Tea
Prezzo: 8,90 €
Genere: Young/Adult Fantasy, Steampunk
Pagine: 280
Trama: Ben è un giovane londinese che soffre di allucinazioni. Par lavoro legge manoscritti. Una notte gli arriva un libro che si chiama Alice nel Paese della Vaporità. Noi con lui seguiamo la storia di Alice, un’antropologa che vive in una Londra Vittoriana che non c’è mai stata. Alice viaggia nella Steamland, una terra invasa da un gas che provoca allucinazioni e mutazioni. Una terra in cui la realtà cambia a ogni istante, in cui ‘giusto’ e ‘sbagliato’ sono soltanto parole, e in cui le parole stesse di trasformano in odori e sensazioni. Quella di Alice parte come una ricerca, ma si trasforma subito in una lotta per la vita e per la morte. Alice dovrà sopravvivere in una terra oscura, in cui non c’è differenza tra orrore e meraviglia. Ben legge la sua storia. E qualcosa succede anche a lui.
Giro Giro Tondo
Sangue e acciaio al Mondo
Il Profeta nel Profondo
La Regina sua Maestà
Col Coniglio a letto va
Questo libro per me è stato un vero e proprio viaggio fra i sensi, un’escursione dell’anima, ha sortito in me lo stesso effetto che potrebbe avere un pellegrinaggio a Lourdes in un fedele, o l’isolamento più totale in un ascetico. E’ stata una riscoperta delle emozioni che ha fatto breccia in più punti sensibili dentro di me.
Mi spiego meglio. Questo libro è un rifacimento del famosissimo “Alice nel paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson), ma i punti comuni sono veramente pochi. Riscontriamo in entrambi i manoscritti una protagonista insoddisfatta della propria vita (seppur per motivi diametralmente opposti) che viaggia perciò in un mondo parallelo dove riscopre se stessa e gli scopi della propria esistenza.
L’Alice di Dimitri è un’Alice che nutre la propria anima e la propria vita con la pura ed estatica adrenalina. Il suo viaggio nella Steamland le permette di riscoprire, come ho fatto io leggendo il libro, la vera essenza della vita: vivere e non sopravvivere, levarsi pregiudizi e paraocchi e guardare il mondo con l’innocenza e l’ingordigia di sapere di un bimbo, ma allo stesso tempo sentirsi sporchi perché si vive liberi, senza sentirsi però malvagi o malati per questo.
Il viaggio della protagonista, iniziato semplicemente come un passatempo, il vettore attraverso il quale sfogare la curiosità e la noia, chiarisce i suoi scopi lentamente e poi sempre più velocemente, man mano che Alice stessa si lascia inglobare dalla Steamland. Via via che si susseguono gli eventi il lettore si lascia trascinare insieme ad Alice dentro al cuore del tornado, sempre più chiarimenti e concetti filosofici vengono esposti nel corso del libro, chiarimenti e concetti che non si limitano a spiegare l’intricato labirinto composto dalla Steamland ma che rappresentano vere e proprie lezioni di vita.
Noi non siamo un vero Albero. Le ombre di mille Alberi si incrociano, e sembra che formino quella di un altro Alberto, ma l’Albero non c’è. Noi siamo quell’ombra, soltanto l’ombra, niente di più.
PS: QUI il link ad una precedente recensione su questo libro.
Sito dedicato al romanzo: http://www.alice.salani.it/