NON SOLO RED CARPET. ALICE E IL RITORNO AI TEMPI DEL LICEO Avete presente quei film in cui il protagonista, per un suo desiderio, per un incantesimo o per chissà quale altra diavoleria, viene catapultato indietro nel tempo e torna al momento in cui era al liceo? Bene, al vostro inviato qualche giorno fa è capitato qualcosa di molto simile. Niente paura, nessuno ha ascoltato qualche suo desiderio recondito, né è stato bersaglio di qualche oscura macchinazione. Ha semplicemente assistito a un film della sezione “Alice nella città” al Festival di Roma con il pubblico. Cioè degli scatenati liceali tra i quindici e i diciotto anni. Il film in questione è Se chiudo gli occhi non sono più qui, interessante romanzo di formazione di Vittorio Moroni che parla proprio di un ragazzo, nato in Italia da madre filippina, che frequenta le scuole superiori. Lo stesso Moroni, davanti a una platea enorme, viva, passionale, si è detto visibilmente emozionato. “Ho lavorato a questo film quattro anni” ha detto ai ragazzi. “È come se vi affidassi il mio bambino di quattro anni. Prendetevene cura”. È una bella sfida presentare un film in prima mondiale davanti a questo pubblico. È come per una band fare un concerto davanti a spettatori che non la conoscono. Si è senza rete. I ragazzi hanno bisogno di essere catturati, altrimenti si distraggono e fanno altro. Guardare un film come Se chiudo gli occhi non sono più qui con un pubblico simile è molto interessante. Si riesce a capire cos’è che coglie l’attenzione di un sedicenne, o di un diciottenne, cosa gli interessa, cosa lo imbarazza. Kiko, il protagonista del film, in parte fa la loro stessa vita, va a scuola, studia, viene interrogato, valutato. A volte è infastidito dai bulli. In parte fa una vita molto diversa, perché è costretto a lavorare dal compagno della madre. I ragazzi si focalizzano sulla scuola. E alla frase “per i professori siete solo gusci vuoti in cui inserire informazioni” scatta l’applauso. E parte un boato anche al primo “6” che Kiko raggiunge dopo molti sforzi. Qualche sorriso di imbarazzo invece arriva quando un personaggio confessa la propria omosessualità. Un terreno ancora delicato, soprattutto a quell’età. A fine proiezione, liberatorio, parte l’applauso più grande. La prova più difficile è stata superata.
Alice nella città, il ritorno ai tempi del liceo al Festival di Roma
Creato il 13 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinemaPossono interessarti anche questi articoli :
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