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Alieni rettiliani, si o no?

Da Marta Saponaro

ALIENI RETTILIANI, SI O NO? È possibile rintracciare una presenza, per quanto trasfigurata, negli antichissimi racconti mitici di creature appartenenti alla razza extraterrestre dei Rettiliani! misteriosa specie aliena, per evidenziare affinità e differenze tra la tradizione ellenica e la letteratura contemporanea su questo tema.(1) Si tratta di esplorare un repertorio di storie risalenti a tempi remoti per proporre un’esegesi che cerca ed individua quel punto del cerchio in cui il passato ed il presente si toccano. Ormai è assodato che il mito, lungi dall’essere un insieme di storie avvincenti ma ingenue, codifica delle conoscenze di tipo magico-simbolico e scientifico. Mi riferisco, in particolar modo, a De Santillana e a von Dechenda, autori di un saggio considerato un punto di svolta negli studi sul “pensiero arcaico”: infatti, chi è vissuto nella convinzione che la civiltà sia passata dal mythos al logos, si trova di fronte ad un ribaltamento di prospettiva, in quanto i racconti tradizionali risultano esposizioni “scientifiche” relative ai cicli cosmici, segnati da scansioni scritte nel firmamento.(2) Sulla stessa lunghezza d’onda sono le opere di Terzoli e di Sullivan. È, per così dire, una rivoluzione copernicana, perché ci offre un’immagine per lo meno inusuale delle antiche civiltà, il cui sapere non è più considerato esclusivamente empirico o incentrato su credenze religiose, al contrario la cultura di molti popoli del passato rivela una conoscenza precisa ed approfondita della realtà naturale. Tuttavia, a mio parere, a rischio di parere audaci, occorre un ulteriore salto epistemologico che i valentissimi studiosi sopra citati di cui ormai pochi disconoscono i meriti, non osano compiere, un po’ perché ancora ancorati ad una visione sostanzialmente ortodossa, anche se innovativa, della cultura antica, un po’ forse per tema di incorrere negli anatemi di archeologi, storici e scienziati tradizionalisti. Mi spiego: possibile che tutte le cognizioni raffinatissime a proposito dei fenomeni astronomici, alla precessione degli equinozi, alla meccanica celeste… furono acquisite autonomamente da popoli preistorici o vissuti all’alba della storia? Non è il caso di supporre l’influsso di progredite civiltà antecedenti, le cui testimonianze non solo mitiche, ma anche archeologiche sono diventate sempre più numerose in questi ultimi tempi, quantunque l’archeologia ufficiale si ostini ad ignorarle? (3) Non è il caso, talora, di ipotizzare un intervento di esseri spaziali, considerando la notevole mole di indizi e documenti raccolti? Non è forse auspicabile un più libero approccio ai materiali antropologici? Forse un taglio interpretativo del genere, che connota questo articolo e gli studi di molti altri ricercatori, si può rivelare un azzardo, ma, se qualche progresso è possibile nel campo delle conoscenze, tale sviluppo si deve all’introduzione di nuovi paradigmi, anche risultassero, almeno all’inizio, difficili da accettare perché eterodossi.  Preciso, infine, che questo articolo si trova al confine tra ufologia e criptozoologia, in quanto non penso che, allo stadio attuale delle ricerche, si possa escludere né che eventuali uomini-lucertola provengano da pianeti al di fuori del nostro sistema solare né che siano specie autoctone. Tra l’altro le due congetture non sono inconciliabili.

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