Il noto artista sardo,scomparso nel 2000, è presente alla Biennale di Pinerolo (To),”Arte e mistero cristiano” con 33 tra acquerelli e pastelli su carta, che illustrano mirabilmente le tre cantiche dantesche. Con più efficacia nella comunicazione del messaggio, a detta di alcuni critici, di quanto abbia fatto per lo stesso soggetto, a suo tempo, parecchi anni addietro, Renato Guttuso.
L’evento culturale è nato dalla collaborazione tra la Collezione civica d’arte di Pinerolo e il Museo diocesano.
E’ una mostra che merita senz’altro d’essere visitata in quanto le sequenze artistiche che si offrono al fruitore è come fossero lì a mostrare e a farci riflettere su un “ordine nuovo” fondato sulla giustizia e sull’amore – commenta il vescovo della città piemontese, mons. Pier Giorgio Debernardi.
La condanna della società di ieri nel poema del sommo fiorentino (corruzione,avidità di potere, guerre intestine, tradimenti)- precisa il vescovo- può dirci parecchio sui nostri tempi.
E non sbaglia affatto.
Sassu certamente non può considerarsi un realizzatore d’ “arte sacra” ma è stato comunque un uomo di fede. Un appassionato studioso del filosofo francese Jacques Maritain e quindi lettore attento di Tommaso d’Aquino.
Di se stesso, in proposito, troviamo scritto :” Credo in Dio ? E’ troppo grande. Non credo negli dei ai quali vengono dati nomi diversi. Il mio Dio è un Dio particolare. Può anche darsi che sia Gesù crocifisso, ma come si fa a dire? Non mi sento di adorare un Dio piuttosto che un altro ma la mia non è una posizione di dubbio. E’ una posizione di fede. Io credo qualcosa di grande da cui noi dipendiamo, da cui siamo stati creati, che ci conduce per mano durante la vita. E credo nell’uomo naturalmente.”.
E, ancora, per il suo lavoro dice :”L’esigenza di una moralità pittorica è stata per me continua. Le motivazioni formali non sono mai state costrittive. La continuità è data anche dalla rottura e dai salti compositivi, dall’aggregazione di certi motivi continui, dal costante legame poesia- creazione dell’anima. Stimolato dal rapporto quotidiano della vita e del sogno, in un’unità trascendente sia la morte che la vita. Ho cercato di dare corpo ai miei ideali di lotta contro la matta bestialità latente da sempre nell’uomo.”.
Alla luce di queste affermazioni la spinta a visitare la mostra potrebbe essere per alcuni ancora maggiore e la curiosità trasformarsi in interesse su Qualcosa e Qualcuno, cui abbiamo prestato, finora,forse troppa poca attenzione.
Non è mai troppo tardi, proprio come recita l' antico adagio.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
In alto a corredo del testo la raffigurazione di Paradiso III- Dante in colloquio con Piccarda Donati
Inviato il 02 dicembre a 08:00
Buon inizio di giornata e buona lettura !