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Alimenti dal Giappone, li controlla un istituto pugliese. Ci potremo fidare?

Creato il 25 marzo 2011 da Lalternativa

Il controllo sulla salubrità degli alimenti e i mangimi per animali che l‘Italia importa dal Giappone, da dove potrebbero arrivare contaminati dalle radiazioni di una centrale nucleare, sono stati affidati dal governo italiano  all’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata: una istituzione nella quale l’Ufficio ispettivo della Regione Puglia, tre mesi fa, ha riscontrato ”numerose irregolarità, disfunzioni e criticità”.
Parliamo della stessa istituzione sulla quale il 18 novembre del 2010, il Partito democratico pugliese aveva presentato una inquietante interrogazione all’assessore regionale alla Salute, Tommaso Fiore, lamentando gravi irregolarità sulla sua gestione, e ipotizzando molte perplessità sull’affidabilità dello stesso istituto. Per avere una idea della nostra sicurezza alimentare, basti pensare che per capire se quello che mangiamo sia stato contaminato dalle radiazioni emesse dalla centrale nucleare di Fukushima, dobbiamo fidarci di un istituto ”la cui Direzione sanitaria – spiegava il gruppo conisliare del Pd alla Regione Puglia –  è stata affidata d’ufficio a una persona dichiarata non idonea”.

Ma come, l’istituto zooprofilattico è gestito da un incompetente? ”La Direzione sanitaria – si legge nell’interrogazione del Pd a Fiore – avrebbe dovuto essere affidata al vincitore del relativo concorso espletato nel 96. Ma quando il vincitore fu trasferito, la Direzione venne affidata d’ufficio a una persona dichiarata non idonea dal suddetto concorso. Il direttore non idoneo avrebbe dovuto ricoprire questo ruolo per un periodo strettamente necessario all’espletamento di una nuova procedura che però, fino ad oggi, non c’è mai stata”. Dopo l’ispezione della Regione, tuttavia, il presidente e il suo vice sono stati invertiti nei ruoli, ma sono rimasti nel Consiglio di amministrazione insieme a tutti gli altri loro colleghi.

Il Pd lamentava anche ”scarso sviluppo, reclutamento del personale senza concorso pubblico, mancato rinnovo del Consiglio di amministrazione, e Direzione sanitaria affidata d’ufficio a una persona dichiarata non idonea”. Nell’interrogazione si chiedeva all’assessore quali iniziative intendesse assumere, di concerto con il presidente e la Giunta regionale della Puglia, nonché con gli analoghi organo di governo della Regione Basilicata, per sanare le anomalie e rilanciare l’attività di ricerca e istituzionale dell’istituto”.

“L’istituto Zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata (IZS PB) la cui sede centrale è a Foggia con succursali in altre grandi città tra le quali Taranto, Brindisi e Lecce – ricordava il Pd – è quello che meno di ogni altro in Italia si è sviluppato negli ultimi 20 anni, e ha svolto solo una limitata e marginale attività di ricerca”. Mica male come curriculum per chi deve controllare se mangiamo cibi contaminati che potrebbero provocare la nostra morte.

“Inoltre – precisava l’interrogazione – la politica di reclutamento del personale è stata orientata, in questi anni, esclusivamente alla presa in servizio di personale con contratto interinale o borsa di studio, senza che siano mai stati banditi avvisi pubblici per personale a tempo determinato, nonostante i considerevoli avanzi di bilancio che sono stati in parte utilizzati per l’acquisto di un terreno adiacente alla sede centrale di Foggia. Questo ha favorito l’emigrazione intellettuale di molti giovani che si sono formati nei nostri laboratori ma ora lavorano in altre regioni dove hanno vinto concorsi pubblici”. “La gestione dell’istituto Zooprofilattico – si legge ancora – è affidata a un Consiglio di Amministrazione in carica dal lontano 1990 (con un Presidente pro-tempore in carica dal 93) e composto da soli tre membri della Puglia (tutti della provincia di Foggia). Mentre sono ben cinque i membri della Basilicata”.

“Inoltre – concludeva il Pd nell’interrogazione – la Puglia e Basilicata sono le uniche regioni d’Italia, insieme ad Abruzzo e Molise, a non aver recepito la legge di riordino degli Istituti Zooprofilattici (n. 270 del 1993)”.

Solo per darvi una idea dell’importanza degli istituti Zooprofilattici, riportiamo alcune delle loro attività: ricerca di base, anche in collaborazione con le Università e gli Istituti scientifici nazionali e internazionali. Assicurano il supporto tecnico-scientifico nella farmaco vigilanza veterinaria; monitorano, attraverso l’istituzione di osservatori epidemiologici, la diffusione delle malattie infettive e assicurano il loro controllo sul territorio, con particolare riferimento alle malattie dagli animali trasmissibili all’uomo. Provvedono al controllo degli alimenti destinati al consumo umano ed allo sviluppo di ricerche sui fattori di rischio per la salute umana; assicurano una costante formazione del personale veterinario e tecnico; intervengono nelle emergenze sanitarie soprattutto per quelle che possono avere ripercussioni sulla salute umana e svolgono altre attività di competenza veterinaria che hanno come finalità la tutela della salute umana.

A questo punto, non ci resta che incrociare le dita e pregare.


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