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Dopo aver dematerializzato i biglietti, da qualche tempo Alitalia punta a sostituire la carta con i bit anche per le operazioni di imbarco. Se con il web check-in tradizionale si deve comunque stampare la carta d’imbarco, il Mobile check-in annulla la fastidiosa ricerca di una stampante. Si fa tutta l’operazione con lo smartphone (applicazione dedicata per iPhone; accesso a indirizzo dedicato con BlackBerry, palmari e telefoni cellulari). Al varco (e, prima, ai controlli di sicurezza) si mostra il codice a barre 2D ricevuto via sms e si sale in aereo. E’ possibile anche cambiare il posto assegnato. Tutto bene? No.
Mobile check-in
Il sistema funziona a singhiozzo, di pari passo con la puntualità dei voli. Per una scelta – incomprensibile ai più – il Mobile check-in è possibile solo se si parte da alcuni scali.
Va bene a Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Londra Heathrow, Milano (Linate, Malpensa, Orio al Serio), Palermo, Pisa, Roma, Torino, Venezia, Verona.
Non va bene a Bergamo, Alghero, Ancona, Bari, Brindisi, Crotone, Genova, Lamezia Terme, Napoli, Pescara, Reggio Calabria, Trieste.
Insomma, un caso evidente di dematerializzazione interrupta.
Almeno Alitalia ci prova, mentre con Trenitalia c’è un risvolto tragicomico. Questo post è stato ispirato dalla lettera del signor Simone Moraldi alla Repubblica, pubblicata dal quotidiano venerdì scorso, 1 luglio.
Lettera a La Repubblica del 1 luglio 2011
Scrive il signor Moraldi: “Sul treno da Ancona a Roma mi è stata accertata la mancanza di biglietto, nonostante avessi esibito, su un pc portatile, la ricevuta in formato pdf del biglietto regolarmente acquistato, che non ho potuto stampare per cause di forza maggiore. Essere multati per non aver stampato il proprio biglietto del treno è usare una norma nell’opposto della sua funzione. Serve a fare cassa alle spalle delle persone oneste”.
Un caso evidente di dematerializzazione rimaterializzata.