Agostino Attanasio, Sovrintendente all’Archivio Centrale dello Stato, ha introdotto ieri i lavori della conferenza di presentazione di RELOAD, il progetto di “Repository for Linked Open Archival Data” avviato dall’Archivio Centrale dello Stato, dall’Istituto per i Beni culturali della Regione Emilia Romagna (IBC) e da regesta.exe per sperimentare l’applicazione delle tecnologie del semantic web e dei linked data ad una selezione di risorse archivistiche – l’Inventario della Direzione Generale dell’Agricoltura per l’ACS, gli Inventari dell’archivio storico della Provincia di Piacenza e dell’archivio storico comunale di Alfonsine, le Carte Andrea Costa e l’Archivio Giovanni Codronchi jr per IBC. La conferenza è stata anche l’occasione per fare il punto su tutti i progetti – nazionali ed internazionali – di linked data nei beni culturali.
Il Sovrintendente, dopo aver annunciato per settembre un piano sistematico di pubblicazione degli inventari digitali dell’ACS in migrazione ora sulla piattaforma xDams open source, e la scelta di regesta.exe come partner tecnologico per la sperimentazione dei linked data alle risorse archivistiche, ha messo in evidenza la crescita di valore informativo degli inventari oggetto della sperimentazione, grazie alle relazioni emerse nel processo di produzione dei linked data e il valore storiografico generato – sul tema del rapporto centro/periferia – nel mettere in relazione una descrizione inventariale di un ufficio centrale dello stato – Direzione Generale dell’Agricoltura – con quella di una realtà territoriale dell’Emilia Romagna.
ACS, IBC assieme a regesta.exe per sperimentare l’applicazione delle tecnologie del semantic web e dei linked data alle risorse archivistiche. Con i linked open data la descrizione delle risorse si arricchisce nella moltiplicazione dei collegamenti a dati esterni, il valore informativo degli inventari oggetto della sperimentazione cresce grazie alle relazioni emerse nel processo di produzione dei linked data.
A Giovanni Bruno, presidente di regesta.exe, il compito di introdurre una breve storia del movimento dei LOD, tratteggiare lo stato dell’arte ed illustrare le linee generali del progetto. Diversi i punti di forza evidenziati nei progetti avviati per la produzione di linked data in ambito archivistico: sotto l’aspetto del modello dati la granularità delle informazioni ( il repository è composto di asserzioni) si traduce in maggiore libertà poiché i modelli di rappresentazione non sono più un vincolo; l’interoperabilità è assicurata dal riuso sistematico di vocabolari e ontologie esistenti, dall’integrazione di ontologie pubbliche e vocabolari specifici; la descrizione delle risorse archivistica si arricchisce nella moltiplicazione dei collegamenti a dati esterni. Infine il modello organizzativo: quello dei LOD è un modello decentrato che valorizza le specificità degli archivi e permette una notevole riduzione dei costi. Bruno ha poi messo a fuoco gli obiettivi di RELOAD: non la creazione di un portale ma l’integrazione, la condivisione delle informazioni descrittive di dettaglio; la realizzazione di un’ontologia della descrizione archivistica sula base di EAD e ISAD; la sperimentazione di una metodologia di navigazione semantica.
Rossella Caffo, Direttrice dell’ICCU, è intervenuta per descrivere l’impegno istituzionale a favore dei linked open data all’interno dei progetti europei: prima di tutto Europeana che nel 2013 pubblicherà tutti i dati in LOD.
Degli strumenti del Web semantico per l’uso di LOD in ambito archivistico ha poi parlato Silvia Mazzini, rdf architect di regesta.exe. Nel corso di una breve carrellata sulle risorse e standard del semantic web e sugli strumenti di lavoro utilizzati per produrre i LOD del progetto si è soffermata tra l’altro sul lavoro di formalizzazione del titolario Astengo in SKOS, e la creazione di link tra unità archivistiche e voci del titolario sottolineando la crescita di potenziale informativo degli strumenti di ricerca.
Chiara Veninata, di ACS, ha illustrato come è stata costruita l’ontologia per le descrizioni archivistiche (OAD): quali oggetti siano stati individuati come “risorse” cui assegnare degli URI, cosa considerare “classe” dell’ontologia, cosa “proprietà”. Il data model realizzato è basato sullo standard ISAD (G) ed è stato integrato per l’area delle “voci d’indice” e nei collegamenti con il soggetto conservatore e il soggetto produttore.
Diego Valerio Camarda, IT specialist di regesta.exe, ha mostrato le diverse modalità di presentazione e navigazione dei LOD ricorrendo alle applicazioni realizzate per l’interrogazione dei linked data e soffermandosi infine sul navigatore LodLive - integrato nel sito di consultazione di RELOAD – che permette una visualizzazione più intuitiva a grafo.
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