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All in parte bene al Mondiale di vela Melges 24 a Tallin

Creato il 08 agosto 2010 da Andrea
All in parte bene al Mondiale di vela Melges 24 a Tallin “Ho passato un’ora e mezza all’inferno” dice Luca Valerio al termine della prima giornata del Mondiale Melges 24 che si sta correndo a Tallinn. Il timoniere di All in, lo scafo armato dall’Amante Sailing Team si riferisce alla seconda prova odierna. Qui le condizioni del vento sono davvero da perderci la testa. Salta, gira, risalta, rigira e qualcuno giù per terra. L’inizio del Mondiale di All in è stato davvero ottimo con un quarto posto conquistato in tutta tranquillità, con uno spirito conservativo che ha permesso di amministrare la posizione e il vantaggio sui diretti inseguitori. Un quarto posto assaporato per bene. Davanti il solito Rufo Bressani su Uka Uka che non sbaglia un colpo. Il vento intanto, che già non era da Melges 24, cala del tutto portando le barche all’arrivo con fatica. La giuria decide che si può aspettare anche se il cielo e le condizioni non sembrano voler migliorare. Le 79 barche mettono tutte la prua verso il porto e piano piano, pensando che tanto la giornata è finita, fischiettando si lasciano trasportare da quella brezzolina che li spinge in direzione casa. Alt. L’aria torna e rinforza, finalmente anche con punte sugli otto nodi che detto così fa ridere ma è la verità in un posto dove il vento non è mai stratosferico e soprattutto mai interpretabile. Poi, come da copione cala di nuovo e si mette forse sui 5, forse. Di nuovo partenze, general recall, bandiere nere e quant’altro e alle 16.40 si inizia una nuova prova. E inizia l’ora e mezza d’inferno di All in che parte bene, vicino a Bressani, vira ma, al contrario del triestino, non riesce ad incrociare davanti venendo costantemente rimbalzato. Risucchiati dalla flotta. “Non c’è niente da fare, dice Luca Valerio. Se sei davanti e libero riesci a giocartela ancora, come noi nella prima prova dove è andato tutto bene, altrimenti sono dolori. Siamo riusciti a recuperare qualche barca ma poi ci siamo dovuti spostare nuovamente e ne abbiamo perse altre. Qui è così e bisogna farci l’abitudine perché l’aria è questa e il campo pure”.


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