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All’Infernaccio e ritorno

Creato il 15 maggio 2014 da Vlao

Se non fosse stato per il diluvio universale questa sarebbe stata una bella gita da proporre agli amici laotiani giunti nelle Marche per l’ennesimo raduno. Purtroppo, per la settimana del primo maggio, il tempo non è stato clemente e ha costretto gli indocinesi ad ammazzare il tempo infarcendosi di cibo e sparando sciocchezze.

Dispiaasccce un po’ per i milanesi che non hanno potuto godere di questa escursione bucolica ma, forse, i tacchi di Mrs.Postamat non avrebbero retto i 15 km e rotti che Vlao e Martimarti si sono sorbiti questo weekend.

St.Leonardo

Gole dell’Infernaccio – Eremo di San Leonardo

Approfittando di una delle prime belle giornate della stagione i due son partiti, quasi di buon ora, diretti verso i monti Sibillini con l’intento di testare le scarpe da trekk e di trovare il famoso giglio rosso.

Panini in spalla hanno iniziato il percorso che si snoda tra le gole dell’Infernaccio e porta all’eremo di St. Leonardo. Il mitico frate che l’ha costruito con le sue mani, purtroppo, non c’era, voci di corridoio lo davano al mare, in compenso c’erano altri visitatori che sfruttavano il suo eremo per papparsi il pranzo al sacco.

Seguendo le indicazioni scovate su internet, V&M si sono addentrati nella faggeta alla ricerca delle cascate nascoste, talmente nascoste che i due non le hanno trovate. L’impetuoso torrente, dalla portata d’acqua pari ad una pisciata di vacca, in realtà non riusciva a formare altro che delle mini-rapide.

Dopo aver messo i piedi a bagno nell’acqua gelida… altro che pisciata di vacca… V&M hanno proseguito l’esplorazione seguendo il fiume Tenna fino alla sua misteriosa sorgente.

Nonostante un lungo cammino, i nostri baldi giovani, non hanno visto nemmeno questa. Sarà che la strada percorsa cominciava a farsi sentire, ma i due si sono convinti che la fontanella che alimentava un abbeveratoio potesse essere idonea a ricevere l’appellativo di sorgente.

Con votazione all’unanimità si è quindi stabilito che l’obiettivo fosse stato pienamente raggiunto in quel luogo e conseguentemente festeggiato con una breve poltrita in mezzo agli insetti.

Tra i fiori avvistati lungo la via del ritorno nessuna traccia del giglio rosso, nascosto pure quello. Anche qui, con votazione plebiscitaria, si è deciso che un bozzolo di una pianta sconosciuta potesse essere, con ogni probabilità, il fiore ricercato. Obiettivo centrato dunque.

Arrivati alla macchina, appagati dal fantastico en plein, si è voluta concludere la giornata con l’acquisto di una sontuosa grigliata da gustare a casa in memoria dei laotiani e dei tempi uggiosi passati a trangugiare cibo.

Alla salute… e al prossimo laoradunosoleggiato si spera!


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