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All’interno delle regioni buie dei dischi protoplanetari

Creato il 18 novembre 2015 da Sabrinamasiero
Rappresentazione artistica di un disco proto-planetario attorno ad una giovane stella. Credit: NASARappresentazione artistica di un disco proto-planetario attorno ad una giovane stella. Credit: NASA

Le regioni vuote all’interno dei dischi protoplanetari di polvere e gas attorno a giovani stelle potrebbero essere davvero vuote e non contenere pianeti in via di formazione, come finora si era pensato.

La spiegazione di questo vuoto sta nel fatto che le particelle più grandi si aggregano formando oggetti più densi (in alcuni casi dando vita a pianeti) mentre le particelle più piccole possono migrare dal disco allontanandosi dalla stella madre.

Se si osserva a lunghezze d’onda maggiori del visibile e dell’infrarosso, e quindi per esempio nel radio, è possibile capire se vi siano o meno questi “oggetti densi”.

Il disco TW Hydrae è un laboratorio ideale dove studiare questi fenomeni, utilizzando ALMA-Atacama Large Millimeter/submillimeter Array in Cile. Attorno a questa stella, infatti, grande quanto il nostro Sole e a 176 anni luce di distanza dalla Terra, si trova un disco protoplanetario, ricco di gas e polveri, dove piccoli granelli di ghiaccio sporco si stanno ammassando per formare oggetti sempre più grandi, e magari, anche pianeti. Tra tutti i sistemi planetari in formazione, quello di TW Hydrae è il più vicino a noi e per questo il più studiato in assoluto.

Se ci fossero grossi grani all’interno di quello che viene definito vuoto (o gap), allora vorrebbe dire che non c’è alcun pianeta; se il gap fosse vuoto, allora questa potrebbe essere la prova dell’esistenza di un pianeta invisibile.

Fonte Media INAF – Pianeti nascosti? Magari è solo un’illusione 

Articolo su Astrophysical Journal Letters – “Dust evolution can produce scattered light gaps in protoplanetary disks”, di Tilman Birnstiel et al.

Altre informazioni su Media INAF – Pianeti in formazione su TW Hydrae 


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