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Dopo questa pessima battutaccia d’apertura, passiamo a parlare più propriamente del film. We Want Sex.
We Want Sex(UK 2010)Titolo originale: Made in DagenhamRegia: Nigel ColeCast: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Rosamund Pike, Jaime Winstone, Geraldine James, Miranda Richardson, Andrea Riseborough, Daniel Mays, Rupert Graves, Andrew LincolnGenere: rivoluzionarioSe ti piace guarda anche: Erin Brockovich, Milk, An Education, Calendar Girls, La felicità porta fortuna
Trama semiseria1968. In Inghilterra la Ford ha 55mila operai, di cui solo 187 sono donne. Eppure è proprio da loro che parte la rivoluzione. Guidate da Rita O’Grady, una semplice addetta alla cucitura dei sedili, nel giro di poche settimane proveranno a far raggiungere alle donne la parità (o quasi) di paga nei confronti degli uomini. Mentre questi al massimo gridano “We want sex” sulla statale, le donne reclamano “We want sex equality”. La otterranno? Se conoscete la storia dei diritti femminili saprete già la risposta, se non la conoscete è a questo che servono i film storici. Mica a raccontarci la favoletta di Bertie il povero re balbuziente come ne Il discorso del re.
Recensione cannibale“Quando sono cambiate le cose? Quando abbiamo in questo paese deciso di smettere di lottare?” chiede Rita O’Grady in un suo discorso. È quello che ci chiediamo anche noi, 40 e passa anni dopo, qui in Italia, oggi, mia cara Rita. Noi forse abbiamo smesso negli anni Ottanta, bombardati dalle tette & culi del Drive In, dalle telepromozioni Aiazzone sulle reti locali, dal sogno di giocare in borsa e diventare nel giro di poche ore ricchi e fichi come Gordon Gekko. Abbiamo smesso quando i potenti ci hanno fatto capire che contro di loro non abbiamo nessuna possibilità di ottenere qualcosa. Abbiamo smesso quando abbiamo realizzato che era più facile arrendersi e lasciarsi travolgere da questa società della finta opulenza.
“Noi non siamo divisi dal sesso. Ma divisi solo tra quelli disposti a subire le ingiustizie e quelli che sono pronti ad andare in battaglia per ciò che è giusto,” dice ancora Rita O’Grady, sempre nel 1968. È difficile stabilire cosa sia giusto o meno: è giusto ad esempio fare una guerra contro un dittatore che fino a poche settimane era il nostro migliore amico e alleato, a cui baciavamo allegramente le mani, a cui servivamo su un piatto d’argento 500 troi… hostess? Non so se sia giusto, anche perché di questa guerra non si capisce nulla e le informazioni in proposito sono troppo parziali, controllate, (volutamente?) caotiche, quindi è davvero complicato riuscire a dare una spiegazione a quanto sta succedendo. È giusto voler fermare un pazzo criminale, ma è giusto farlo alla cazzo di cane in quella che potrebbe trasformarsi in una guerra lunga e inutile quanto l’Afghanistan?
La battaglia cui si riferiva la O’Grady però era certamente giusta: stessa paga alle donne così come agli uomini. Una lotta simbolo del movimento femminista che però è oggi più che mai attuale applicata a qualunque tipo di ingiustizia e il cui spirito sembra rivivere nel “Se non ora quando?” visto nelle piazze italiane appena poche settimane fa; un’altra battaglia importante partita proprio dalle donne.Il film We Want Sex ha il merito di rendere in pieno e con grande sforzo lo spirito di queste proteste, con un tocco non retorico ma anzi leggero e ironico (a tratti persino esilarante) come solo gli inglesi sanno essere. Nella parte di Rita O’Grady c’è un’eccellente Sally Hawkins, attrice che ho cominciato ad adorare da qui e di cui avrò ancora occasione di parlare per l’altra sua splendida prova in La felicità porta fortuna. La sua Rita (personaggio fittizio eppure incredibilmente vero) è una donna qualunque, non ha mai militato in nessuna forza politica, è combattiva come sono le nostre mamme (o almeno la mia). È una forza nuova, dirompente, in grado di travolgere i dirigenti della Ford che mai si sarebbero aspettati di essere messi in ginocchio da una (apparentemente) semplice casalinga ben poco desperate. E invece a cambiare la storia, a dare una svolta vera, sono spesso proprio quei personaggi che nessuno si aspetta.
Tra i pregi del film vi è anche una recitazione come al solito nelle produzioni british di classe superiore, con un Bob Hoskins in un ruolo insolitamente simpatico e un cast femminile notevole in cui spiccano Jaime Winstone (vista anche nella serie horror Dead Set), la disinibita Andrea Riseborough e la maestosa Rosamund Pike, che tra questo film e An Education sta ormai diventando la risposta inglese alla January Jones 60s di Mad Men. In un piccolo ruolo, come al solito da stronzo, c’è pure il protagonista di The Walking Dead Andrew Lincoln.
Se proprio vogliamo trovare un difetto al film, direi che io avrei giocato di più sulla musica 60s che invece ricopre un ruolo un po’ di secondo piano. Per il resto è una storia che suona una sveglia anche (e forse soprattutto) per noi uomini che qui dentro facciamo una figura davvero barbina, e regala una grande ispirazione e una voglia di cambiare tutte le cazzo di ingiustizie di questo mondo o perlomeno di questo cazzo di paese.
Per chiudere, visto che nel corso del post sono stato troppo serio, un altro (pessimo) momento battuta:Che bello doveva essere vivere in un’epoca in cui le uniche escort di cui si parlava erano le Ford Escort...(voto 7/8)
Canzone cult: Jimmy Cliff “You can get it if you really want”
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