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Alla conquista del pianeta giallo.

Creato il 26 giugno 2011 da Manuel
Alla conquista del pianeta giallo.
Andy se la ride (foto; zimbio.com). Riuscirà a salire quel benedetto gradino del podio che ancora gli manca nei grandi giri?
PARIGI, EVANS, BASSO, I PIRENEI, CAVENDISCH, IL GALIBIER DUE VOLTE, SCHLECK, SANCHEZ, L’ALPE D’HUEZ, CONTADOR, LE PASSAGE DU GOIS, WIGGINS, L’IZOARD, PETACCHI, I SECONDI, VINOKOUROV, IL COLLE DELL’AGNELLO, GILBERT, SUPER-BESSE, CUNEGO, GESINK, LE ALPI,….
IL GIGANTE STA RIAPRENDO GLI OCCHI.
L’enorme carovana del Tour sta facendo gli ultimi tagliandi alle migliaia di veicoli che ne portano a spasso la storia. Fino alla seconda settimana del Giro d’Italia, la sensazione era che Alberto Contador dovesse appoggiarsi a Giro e Vuelta per questa stagione di gare. Per la felicità di Nibali che aveva proprio l’idea – e ce l’ha ancora – di correre in Spagna per difendere il 1° posto del 2010. E anche per un sospiro di sollievo da parte di “leopardino” Andy, che sembrava dover pensare solamente a Ivan Basso come suo principale concorrente per la gialla dei Campi Elisi. Per Basso, abituato a vedersela con tali Amstrong ed Ullrich nei loro anni migliori, la sfida con Contador sarebbe stata (e ora tale sarà) una motivazione ulteriore. Certo è che proprio la presenza di Matador in Francia cambia lo scenario dei pretendenti.
Si partiva con Basso e baby Schleck come nomi di riferimento, e con Cadel Evans ed Alexandre Vinokourov in seconda fila per recitare un ruolo di outsiders di lusso. Dietro a questi, Samuel Sanchez, Bradley Wiggins e Robert Gesink sembravano destinati ad essere le micce di giornata pronte a minare la classifica. Ora tutti a fare un passo indietro.
Contador diventa, come al Giro, il ciclista da battere. Schleck ritroverà di fronte a sé l’uomo che da due stagioni gli porta via il sogno giallo, guidato da Bijarne Riis in ammiraglia. Il DS danese conosce come nessuno il forte passista-scalatore lussemburghese. E se è per questo, conosce molto bene anche il nostro Ivan.
Alla conquista del pianeta giallo.
Toh!, Chi si vede! (foto; 34x26.wordpress.com/)
Al Giro, soprattutto sull’arrivo dell’Etna, Contador ha lasciato di… marmellata molti. Soprattutto i giornalisti italiani che sembrava volessero chiedere a Michele Scarponi o Vincenzo Nibali come mai non riuscivano a tenere la ruota dello spagnolo. Nel concreto, il discorso è molto più semplice; Contador ha corso hai suoi livelli. Ha fatto lo scalatore – di due categorie più su – in un Giro da scalatori. Il più duro, forse troppo, da tanti e tanti anni a questa parte. Da considerare però che avendo già vinto il Giro, Contador non avrà l’ansia del risultato a tutti i costi, anche se vincere sempre fa diventar golosi di riprovarci. Indurain non riuscì a sopportare il fatto di non avere rivinto ancora il Tour. Si ritirò e amen, forse intimorito dalla sua carta d’dentita.
Chi avrà pressione addosso sarà Andy Schleck, che forse preferirà saltare per aria piuttosto che arrivare ancora secondo. Potrebbe essere proprio quest’idea; “Salto io, o saltano loro!” l’unica chance per vincerlo davvero? Ha una squadra tutta per lui, costruita appositamente attorno a lui – e Cancellara a seconda del tipo di corse – e probabilmente con la maggior parte dei compagni di squadra scelti in prima persona. Per avvicinarsi al Tour ha corso le gare che voleva. Nel suo palmares il Sampei del Lussemburgo vanta tre secondi posti nelle corse di 3 settimane (in Italia nel 2007 dietro Di Luca, e da due anni al Tour).
Come testa è un ciclista che non teme nessuno. Vinse la Liegi 2010 scattando in faccia ai favoriti e se ne andò senza voltarsi arrivando da solo. Al Giro arrivò secondo a 22 anni. Ormai non è più un talento, ma un giovane campione. Ha un difetto; non è pignolo. Ha un pregio; può ancora diventarlo. Quando vuole sa tirare fuori le palle come altri non sanno fare, ma gli alibi ormai stanno a zero. Unica cosa che dispiace, è che da anni non vuole proprio saperne di fare il Giro. Speriamo non diventi come Greg Lemond, che arrivò a correre la nostra corsa quando gli anni migliori erano andati in malora. Ha grande rispetto per Ivan Basso, che fu suo capitano alla CSC di Bijarne Riis che voleva il Tour con Basso (prima), con Andy (dopo), e ora ci riprova con Contador.
Alla conquista del pianeta giallo.
Operazione Tour per Basso; spompato dal Giro l’anno scorso, quest’anno si gioca tutto sulle strade d’oltr’Alpe. L’ultima vittoria italiana arrivò con Pantani nel 1998.
Ivan Basso è nella stessa posizione di Schleck per il discorso nella scelta del calendario di avvicinamento al Tour. Al Criterium del Delfinato corse una cronometro da mal di pancia (6 minuti persi da Millar, in 42 chilometri!), che diede più di un pensiero sulla sua forma fisica. Speranza vive nel fatto che di certo, vista la forma non eccelsa al Delfinato, non rischierà di arrivarci troppo avanti. Dal punto di vista della testa, Basso al Tour è una bella garanzia.
È pignolo fino a spaccare il capello in quattro, e per questo ricorda molto Armstrong che stravedeva per lui. Conosce la pressione che emerge sempre dalla gara francese (ciclisticamente parlando Ivan arriva da lì), e sa prepararsi come pochi (discese a parte…). In corsa corre nella prima metà del gruppo quasi tutto il giorno. Quando Vincenzo Nibali corse con lui il Giro 2010, e questi gli chiese perché stesse nelle prime posizioni anche a 100 chilometri dal traguardo, rispose; “Sono io che vorrei sapere perché tu non lo fai!” Dovrebbe avere una squadra migliore di quella di Nibali al Giro, anche perché la Liquigas stessa ha nel Giro di Francia l’obiettivo principe della stagione.
Vinokourov ed Evans reciteranno la parte dei terzi incomodi. Mister Astana per l’ultima recita, Evans per l’ennesimo tentativo. A Livello di formazioni sulla strada il primo dovrebbe avere una squadra più forte dell’australiano. Da questo lato, forse Basso potrebbe avere il jolly proprio nei compagni di squadra. Non si conoscono ancora le composizioni ufficiali dei vari GS, ma Liquigas e Saxo Bank sembrano in testa nei pronostici. Certo il Tour non è solo classifica generale o a pois. Petacchi e Cavendish torneranno a contendersi la verde, con tale Gilbert Philippe che torna dopo le classiche da lui dominate. Parlavamo di classiche?
Alla conquista del pianeta giallo.
Sembra un destino; atteso tra i protagonisti al campionato nazionale, Cunego è “sparito” strada facendo.
L’Italia porta in Francia un Damiano Cunego ritrovato e (quasi) vincente dalle strade del Giro di Svizzera. Il ciclista veneto continua ad esprimersi ad alto livello quando da lui poco t’attendi. Doveva correre la corsa elvetica per cercare la condizione migliore in vista del Tour, e per un pelo non riesce a portare in Italia quella che si può definire “la piccola gialla”. Certamente la delusione per la vittoria sfumata per pochi secondi è molto forte, visto che un’occasione come questa capita poche volte. Ora la speranza è quella che in Francia l’attesa nei confronti dell’ex “bocia” di Cerro Veronese non si trasformi in un’aspettativa che non porta a casa nulla, come in passato è capitato. Certamente la nuova linea del DS Damiani – non più Damiano unico personaggio leader nell’ambito Lampre, ma in coabitazione per questo con Michele Sarponi – ha tolto responsabilità allo scalatore veneto. Di contro, ecco forse lo stimolo di dover “combattere” contro Scarponi per rimanere il ciclista simbolo della Lampre.
Altre storie sportive ed umane arriveranno. Tanti ciclisti, qui non citati, saranno certamente protagonisti. Ma non si può rendere un’articolo lungo tre giorni. Giocando con le parole, ci aggrappiamo a Basso per tornare in alto!

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