(c) Mehran Elminia
Giorni fa, su un quotidiano on line (ilpost.it), è apparso un articolo sulle responsabilità tutte europee dell’acquisizione di bombe ed affini da parte degli eserciti sparsi per lo Yemen. Il sito ha tradotto un reportage di Reported.ly che ” si è occupato in particolare di alcuni componenti di armi prodotti in Italia e usati per assemblare armi che hanno bombardato lo Yemen”. Un’inchiesta esclusiva di Reported.ly ha ricostruito e documentato la costruzione e la spedizione dei componenti di alcune bombe prodotte da costruttori europei e destinate agli Emirati Arabi Uniti, uno degli stati che fanno parte della coalizione che sta bombardando lo Yemen. I componenti sono stati prodotti da Rheinmetall AG, una società tedesca che ha avuto tra i suoi principali azionisti alcune società finanziarie statunitensi – come per esempio il fondo pensionistico dello stato di New York e altri fondi assicurativi e d’investimento – e il fondo pensionistico sovrano della Norvegia. Attraverso i loro investimenti in Rheinmetall, queste organizzazioni stanno generando profitti”. Nell’articolo, si legge anche che alcuni componenti sono addirittura partiti dal porto di Genova. ” I componenti delle bombe – che sono bombe di tipo MK82 e MK84 – sono partiti da Genova perché sono realizzati in Sardegna dalla RWM Italia S.p.a., una società sussidiaria della Rheinmetall” spiega l’inchiesta.
Il reportage lo si trova al link : http://www.ilpost.it/2015/06/26/yemen-bombe-inchiesta-italia/
Chissà dove sono stati costruiti poi tutti i precisissimi fucili Kalashnikov, di alta tecnologia metalmeccanica, quelli che i terroristi usano per fare stragi di civili in ogni parte del mondo. Forse basterebbe fare un click in rete e qualche indizio si troverebbe, e chissà quali fondi di investimento scopriremmo dentro le azioni di quelle fabbriche. Sono segreti questi che si tengono ben stretti, perché rivelare all’opinione pubblica occidentale, così sempre pronta a giudicarsi innocente e colpevolista verso le altre società, è un’assunzione di responsabilità che prudentemente viene nascosta per non “turbare le coscienze”. In coscienza, allora, si potrebbe pensare in bene, e immaginare che i pensionati newyorkesi e quelli norvegesi non sappiano di avere i loro assegni mensili grazie alle bombe che macellano i corpi degli yemeniti. E si potrebbe affemare che la costruzione e la commercializzazione delle armi è un business tutto occidentale, le armi sono merce e devono dare profitto, come tutto l’arsenale bellico in toto. E che alla fin fine, nessuno abbia colpa di nulla, nella società del libero mercato.
ALLA FINE DELLE COLPE
di Met Sambiase
Nessuno ha colpa di nulla, è un sollievo
l’odore dell’assoluzione dei peccati nei venti
si pensa lontano dalla guerra nelle fabbriche
continuo lavoro, la perfezione ordinata
il ciclo continuo di pesticidi di cavallette umane
bombe ammazza bambini altrui che luccicano
fra lo sciopero dei sindacati
e gli incubi dei barconi che sbarcano
si andrà al santo lavoro anche stamani,
a piantare le mani nelle vernici e nell’uranio
si dormirà bene lo stesso e domani
un altro metallico giorno e nuove lattine di birra
da bere con abilità e cura,
con attaccamento alle tradizioni, senza dolori
oggi è il dì di paga e premio aziendale in mine e granate
arriverà civilissimo e pensionanti si va alla fine
del ciclo produttivo della perfetta bomba metalmologa
il casus belli nessuno sa che sia,
si va solo a faticare anche oggi
si vanno a riempire le porte delle notti altrui di morti fosforescenti
a timbrare cartellini e privazioni umane
nessuno a colpa di nulla
ed è il nostro sollievo quotidiano.
(già ospitata su
http://www.pinapiccolosblog.com/met-sambiase-tre-poesie-dallevento-la-pace-e-in-fiamme/ )