Hydra è un gruppo di artisti nato quest’anno: la mostra organizzata in questi giorni alla Galleria delle Vittorie è opera sua e tenta di riportare in vita un luogo abbandonato e lasciato in disuso. Lo fa attraverso l’arte contemporanea, mentre nella prima circoscrizione si vivono, forse con un po’ di malumore, i progetti di riqualificazione di via Maqueda (la discussa pedonalizzazione dell’arteria principale della città, il suo presunto abbellimento, l’introduzione della pista ciclabile) che hanno l’aria di durare una stagione o il mandato politico di turno.
Hydra, con le sue metaforiche e molteplici teste che la animano, crede nel potere dell’arte e speriamo che possa portare a termine i suoi obiettivi. In questo caso ci ha proposto una mostra sull’idea di ritratto e, nonostante la mancanza della tettoia abbia causato un po’ di disagi per via del cattivo tempo di questi giorni, alcune opere hanno colpito felicemente la mia attenzione.
Una città come Palermo può fare a meno della fatiscenza e di quell’immagine di decadenza che ne caratterizza spesso gli anfratti del centro storico? Sono suggestivi gli edifici bombardati che ancora vediamo qua e là, sono assolutamente poetiche le condizioni di abbandono in cui versano interi quartieri. Ma forse dimentichiamo che in un passato in cui quegli edifici avevano una funzione diversa da quella di oggi, non vi erano quei colori spenti e quel senso di distruzione permanente, ma avevamo a che fare con un minimo di sindacale decenza.
Forse sarebbe più facile lasciare com’è la Galleria Delle Vittorie e non sappiamo come si muoverà Hydra su questo punto, né con quanti bastoni tra le ruote dovrà fare i conti, ma forse, per quanto possa essere improbabile, questo, come tanti altri luoghi della decadente ed abbandonata Palermo, meriterebbe quel profumo di nuovo tipico di una casa nuova.